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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Taranto 1992 - 2010: Fra declino e trasformazione

Nei primi anni Novanta il ciclo espansivo in cui è entrata la siderurgia nel 1987-1988 si esaurisce rapidamente, determinando il destino dello stabilimento di Taranto e dell’intera Ilva, che si trova in una difficilissima situazione finanziaria ed è già colpita da una procedura d’infrazione da parte della Comunità europea. Nel dicembre del 1992 il Governo ha chiesto all’Iri un piano di risanamento che viene approvato a fine agosto del 1993. Esso prevede la costituzione per scissione dall’Ilva di due nuove società, l’Acciai speciali Terni (Torino e Terni) e l’Ilva laminati piani (Taranto e Novi Ligure) che vengono poi messe sul mercato per la cessione dell’intero pacchetto azionario contemporaneamente alla messa in liquidazione della parte continua

  • 31 ottobre 1993

    L'Ilva spa viene messa in liquidazione e si costituiscono due nuove società controllate direttamente dall'Iri: l'Ilva laminati piani, a cui vengono assegnati gli stabilimenti di Taranto, e l'Acciai speciali Terni
  • 16 marzo 1995

    L'Iri cede al gruppo Riva gli stabilimenti di Taranto al prezzo di 1.689 miliardi
  • 23 aprile 1998

    Con Decreto del Presidente della Repubblica viene adottato il Piano predisposto dall'Enea per il disinquinamento e il risanamento del territorio della provincia di Taranto, attraverso interventi finanziati dal pubblico e dal privato. Nel 2000 il Ministero dell'Interno, visti i ritardi di attuazione, affida in via esclusiva al Presidente della Regione la responsabilità del Piano
  • 6 febbraio 2001

    Il sindaco di Taranto emette un'ordinanza con cui impone di realizzare entro 60 giorni interventi migliorativi ai forni delle batterie 3 e 6 e ridurre la produzione di coke anche con il loro fermo o sostituzione
  • 17 ottobre 2006

    Viene dichiarato lo stato di dissesto finanziario del Comune di Taranto
  • 16 dicembre 2009

    La Regione Puglia approva, con l'astensione dell'opposizione di centro-destra, la legge che impone un limite alle emissioni di diossina, in linea con il Protocollo di Aarhus del 1979 sull'inquinamento organico persistente