Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Bevilacqua

Ditta tessile Luigi Bevilacqua, Maestranze dello stabilimento di antica tessitura Luigi Bevilacqua, Venezia inizio sec. XX (Archivio storico Tessitura Bevilacqua)

 
 

La famiglia Bevilacqua vanta una secolare tradizione nell'arte della tessitura della seta: Giacomo Bevilacqua è infatti  rappresentato in un dipinto commissionato alla fine del XV secolo a Giovanni Mansueti da un gruppo di tessitori veneziani. Fiorente in età moderna, dopo la caduta della Repubblica l'attività risente della generale crisi della manifattura veneziana, ed è solo nella seconda metà dell'Ottocento che si manifesta un movimento di recupero e rivalutazione dell’arte serica, con l’avvio di nuovi stabilimenti di tessitura. Alla fine del secolo risale la prima esperienza imprenditoriale in forma societaria della famiglia Bevilacqua. Nel 1875 Luigi Bevilacqua e Giovanni Battista Gianoglio fondano la Luigi Bevilacqua e G.B. Gianoglio, impresa specializzata nella produzione di tessuti pregiati e passamanerie, con sede legale in Corte Remera ai Santi Apostoli, lo spazio vendita a San Moisè e la produzione nel sestiere di Castello, presso San Lorenzo. Dopo un incendio nei locali a Castello, all'inizio degli anni Novanta la sede sociale e una parte dell'attività produttiva sono trasferite a Palazzo Labia. Nel 1895, dopo il ritiro del socio Gianoglio, l'impresa cambia denominazione in Luigi Bevilacqua, mentre nel 1902, con la ragione sociale Luigi Bevilacqua e f.lli Bevilacqua si annuncia l'entrata in azienda al fianco del padre di tre dei sette figli: Vincenzo, Antonio e Angelo. Quest’ultimo, in particolare, si fa carico di una gestione più efficiente degli sbocchi commerciali della produzione Bevilacqua sul mercato interno. Fino agli anni Venti, infatti, la clientela della società è prevalentemente italiana e la maggior parte delle commesse provengono dal mondo ecclesiastico: i velluti, il prodotto di punta della società, sono infatti richiesti per gli arredi delle chiese e per il vestiario degli esponenti del clero, mentre la clientela laica è costituita solo da poche famiglie facoltose e da qualche ente pubblico.
Solo qualche anno più tardi, con l'impegno in società di un altro fratello, Cesare Bevilacqua, l'impresa comincia a promuovere i propri prodotti anche sui mercati internazionali. Già nei primi decenni del secolo, comunque, la fama della produzione Bevilacqua appare consolidata: l'azienda vince la medaglia d'oro all'Esposizione internazionale di Bruxelles (1910) e presenta i suoi tessuti nel Padiglione veneto in occasione delle feste commemorative del primo cinquantennio dell'Unità d'Italia, nel 1911.

 

I fratelli Bevilacqua posano con le maestranze della ditta, Venezia 1923 (Archivio storico Tessitura Bevilacqua)

 
 

La grande guerra segna profondamente la storia dell'impresa veneziana, compromettendo le possibilità di smercio di un prodotto di lusso e costringendo i Bevilacqua a spostare una parte degli impianti produttivi a Livorno; nel dopoguerra l'uscita dalla fase di crisi prende la via della costituzione degli Opifici serici riuniti San Leucio – Luigi Bevilacqua, con sede a Napoli. Nel 1927 la famiglia recupera l'iniziativa imprenditoriale con la costituzione della Società anonima Luigi Bevilacqua, e la gestione dei due poli produttivi – veneziano e casertano - torna nelle mani di Angelo e Cesare Bevilacqua. Le competenze tecniche della tradizione artistica veneziana dei velluti serici costituiscono ancora la base della produzione manuale e del rilancio dell'attività, affiancata ora dalla commercializzazione dei tessuti di fabbricazione meccanica provenienti dalle manifatture casertane. L'azienda partecipa a importanti eventi espositivi del settore, a iniziative dell'Istituto veneto per il lavoro, dell'Ente nazionale autonomo piccole industrie e dell'Ente biennale d'arte moderna, segnalandosi alle Fiere campionarie di Milano e Tripoli (1927), all'Esposizione internazionale di Torino dove si aggiudica il Diploma di Gran premio (1928) e all'Esposizione di Barcellona, dove riceve il Diploma d'onore (1929). La produzione delle passamanerie viene abbandonata; il campionario negli anni Trenta offre sempre stoffe pregiate (velluti, broccati, lampassi e damaschi) lavorate secondo la tradizione sugli antichi telai a mano in legno, mentre si avvia la meccanizzazione di una parte della tessitura. Importante è in questo decennio la collaborazione alle iniziative promosse da Giuseppe Volpi che, appoggiato dagli imprenditori del “gruppo veneziano” e dalle autorità politiche fasciste, sviluppa una serie di iniziative produttive volte a recuperare il “mito di Venezia”. In questa cornice viene fondata la Società anonima Gruppo arti decorative Venezia-Roma, che s'impegna nella realizzazione di preziosi arredi per interni in puro stile veneziano: tra le diverse aziende coinvolte nei vari settori, la Luigi Bevilacqua S.A., impegnata nella fornitura di tessuti per l'arredamento, ottiene nuove commesse e importanti vantaggi d'immagine.