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Archivi d'impresa

Farfisa spa

Paolo Settimio Soprani nel 1950 ca. (Comune di Camerano, fondo Farfisa).

 
 

La Farfisa spa (Fabbriche riunite fisarmoniche italiane) nasce nel luglio 1946 da un accordo stretto fra le ditte Settimio Soprani e figli (Castelfidardo), Fratelli Scandalli (Camerano) e Nazzareno Frontalini (Numana). Quest’ultima, però, qualche mese dopo ritira il proprio appoggio al nuovo sodalizio, che non prevede una federazione fra le tre società – com’era negli intendimenti di Frontalini –, bensì una vera e propria fusione delle stesse.
Utilizzando impianti e macchinari salvati dalle distruzioni belliche, nei primi anni del dopoguerra Paolo Settimio Soprani  e Silvio Scandalli si dedicano, nei rispettivi stabilimenti e con una manodopera complessiva di circa 600 addetti, alla produzione di fisarmoniche a piano e cromatiche che vanno incontro a buoni risultati commerciali: gli strumenti più semplici vantano infatti prezzi competitivi, mentre quelli professionali sono di ottima qualità. Nel suo primo lustro di vita, la Farfisa dispone anche di una fabbrica a Origgio (Varese), dove è impiegata manodopera locale, posta tuttavia sotto la guida di operai provenienti da Castelfidardo e Camerano: vi si realizzano, con il marchio Fisa (Fisarmoniche italiane società azionaria), piccoli strumenti diatonici, la cui scarsa commercializzazione porta nel 1950 alla dismissione dello stabilimento lombardo. In questo periodo la Farfisa è di gran lunga la maggiore impresa marchigiana del settore, con il suo migliaio di dipendenti e le circa 20.000 fisarmoniche vendute annualmente, il 70% delle quali negli Stati Uniti. A ciò si accompagnano alcune fortunate iniziative commerciali, fra cui la produzione di musiche per fisarmonica (Edizioni musicali Farfisa).
All’inizio degli anni Cinquanta la chiusura di alcuni mercati europei e la crescente concorrenza di ditte italiane ed estere costringono la Farfisa a licenziare un terzo della manodopera, a riorganizzare la produzione (le “voci”, fino ad allora costruite a Castelfidardo, vengono appaltate a una ditta di Osimo) e ad ampliare la propria offerta affidandosi al gruppo di operai specializzati e di disegnatori che, nella fabbrica di Camerano, apporta continue migliorie tecniche agli strumenti realizzati.

 

Peppino di Capri suona un compact, primo organo elettrico portatile creato da Farfisa nel 1964 (Comune di Camerano, fondo Farfisa).

 
 

La diversificazione produttiva è la risposta offerta dalla Farfisa anche alla crisi in cui l’industria delle fisarmoniche precipita nella seconda metà dello stesso decennio, quando la produzione annua delle imprese operanti a Castelfidardo crolla dai circa 200.000 pezzi del 1952 agli 80.000 del 1960. Gran parte di queste ditte, travolta dal repentino calo della domanda statunitense – causato dalla rivoluzione dei gusti musicali ingenerata dal rock’n’roll –, non sa andare oltre un inconsistente accordo di cartello (la Federazione nazionale fra fabbricanti ed esportatori italiani di fisarmoniche). La Farfisa, invece, intuisce le opportunità messe a disposizione dal nuovo scenario: avvia quindi la fabbricazione di fisarmoniche e organi elettronici, pianole, chitarre e giradischi, mentre dal 1960 distribuisce nel mercato italiano televisori di produzione tedesca.
Allo scopo di far fronte agli investimenti necessari per competere in un settore ad alta intensità di tecnologia come quello dell’elettronica, nel 1965 Soprani e Scandalli aprono le porte della società alla Lear Siegler Inc, una grande azienda californiana impegnata, in particolare, nella meccanica e nell’aeronautica. La Farfisa completa intanto la costruzione della fabbrica dell’Aspio (nei pressi di Ancona), intrapresa due anni prima grazie a un prestito di 300 milioni di lire concesso dall’Istituto mobiliare italiano. Nel nuovo impianto viene concentrata la maggior parte del processo produttivo, mentre i vecchi stabilimenti di Castelfidardo e Camerano vedono fortemente ridotta la propria attività. Nel 1966 la Farfisa, che in questa fase conta 1.600 dipendenti, comincia a fabbricare anche citofoni.