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Archivi d'impresa

LATERZA, Vito

Vito Laterza, a sinistra, con l'amico e storico francese Jacques Le Goff in una foto di Mario Boccia, 1998-2000 (Editori Laterza)

 
 

Bari, 11 dicembre 1926 - Roma, 5 aprile 2001

Nasce in una famiglia della borghesia imprenditoriale pugliese. Il padre Giuseppe è direttore della tipografia della Casa editrice Giuseppe Laterza & Figli, società fondata a Bari dallo zio Giovanni Laterza nel 1901 allo scopo di proseguire e ampliare l’attività tipografica e libraria già intrapresa nel paese di origine della famiglia, Putignano, a partire dal 1889. Decisiva nella precoce caratterizzazione dell’azienda come casa editrice specializzata in saggistica – politica, storica, filosofica e letteraria – è la collaborazione instaurata con il filosofo Benedetto Croce, che diventa a tutti gli effetti il direttore editoriale delle collane edite dalla Laterza.
 
L’eredità di Croce e le prime iniziative editoriali
Completati gli studi universitari in Filosofia, prima a Bari e poi a Firenze, dove si laurea con Eugenio Garin, nel 1950 comincia a lavorare presso la casa editrice, venendo nominato direttore editoriale l'anno successivo, mentre il cugino Franco Laterza mantiene la carica di amministratore delegato, assunta dopo la morte del padre Giovanni nel 1943. La Laterza aveva potuto riprendere regolarmente la propria attività solo nel 1946, poiché la tipografia era stata requisita dalle truppe britanniche, ma aveva già riavviato le vecchie collane – “Biblioteca di cultura moderna”, “Classici della filosofia moderna”, “Scrittori d’Italia” – e inaugurato nuove iniziative quali "I quaderni della critica" e le pubblicazioni dell'Istituto italiano per gli studi storici, fondato da Croce a Napoli nel 1946. 
 
La prima iniziativa che porta l’impronta di Vito Laterza è il varo della collana “Libri del Tempo”, inaugurata nel 1951, che presenta volumi di ricostruzione storica e di denuncia dei problemi e dei mali della società italiana, pubblicando, tra gli altri, lavori di Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Eugenio Scalfari, Antonio Cederna, Paolo Sylos Labini. In quest’ultima collana appaiono anche gli atti dei convegni dell’Associazione Amici del "Mondo", la rivista diretta da Mario Pannunzio. Al gruppo dei collaboratori della rivista, fucina intellettuale delle istanze del liberalismo italiano, Laterza è vicino anche politicamente, condividendo in particolare l’ideale riformista di una radicale modernizzazione economica, sociale e politica del Paese. Per sostituire Croce si punta alla costruzione di una rete di intellettuali – “gli amici di Casa Laterza” – dalla quale ricevere spunti e proposte per le collane vecchie e nuove. Si tratta di una scelta che si pone in perfetta continuità con la tradizione e la storia precedente della casa editrice, da sempre attenta anche alla qualità culturale delle proprie pubblicazioni, ma che si presenta particolarmente difficile in una fase di rafforzamento della concorrenza dei grandi editori dell’Italia Settentrionale, che puntano invece a sfruttare le opportunità commerciali offerte da un mercato che sta diventando di massa.
Durante gli anni Cinquanta, oltre a riprendere e ammodernare le collane già esistenti, come i "Classici della filosofia moderna", affidata alla direzione di Garin, e la "Collezione storica", diretta a partire dal 1955 da Armando Saitta, su impulso di Vito Laterza il catalogo della casa editrice si apre a nuovi interessi – l'urbanistica, la linguistica, la sociologia – mentre si fa più significativa la presenza della tematica meridionale, con autori quali Leonardo Sciascia e Rocco Scotellaro.