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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Ansaldo, Giovanni

Giovanni Ansaldo, in un'immagine da dagherrotipo, 1850 ca. (Fondazione Ansaldo).

 
 

Genova, 1815 - Genova, 1859

 

 

Compiuti nel 1837 i corsi della scuola secondaria, il giovane Ansaldo si distingue negli studi universitari, arrivando alla laurea prima in Ingegneria civile nel 1840, e poi in Ingegneria idraulica nel 1841.
In quegli anni il quadro sociale ed economico di Genova è in una fase di mutamento. Dopo un periodo di stasi, dalla fine degli anni Trenta si moltiplicano i segnali di una abbondanza di capitali alla ricerca di occasioni di investimento. Il settore più dinamico appare quello dell’armamento e del commercio marittimo, attivo tanto sulle rotte tradizionali del Mediterraneo, quanto su quelle atlantiche. Si va rafforzando un ceto di negozianti, armatori e mercanti interessato alla liberalizzazione degli scambi. Alla fine degli anni Trenta queste tendenze sono favorite anche dal nuovo corso della politica di Carlo Alberto, tesa ad aprire il Regno agli scambi con l’estero. Nel giro di pochi anni vengono firmati trattati di navigazione e di commercio con vari Stati che, insieme alla riforma doganale del 1842, hanno effetti positivi sull’attività portuale.

 

Prima parte di una lettera manoscritta di Giovanni Ansaldo per B. Gandolfo (Fondazione Ansaldo).

 
 

Una strada ferrata tra Torino e Genova
Subito dopo la laurea, Ansaldo lavora come architetto per alcune famiglie nobili genovesi, progettando e costruendo ville in Riviera, si interessa all’edilizia religiosa e collabora con l’amministrazione comunale, in diverse commissioni urbanistiche.
Lascia la professione dopo il matrimonio con Giuditta Muratori, figlia di un imprenditore tessile: grazie alla ricca dote della moglie può dedicarsi alla carriera accademica e, dopo avere ottenuto la libera docenza nel 1847 e l’incarico universitario per l’insegnamento di Geometria descrittiva, nel giugno del 1850 è nominato professore di Analisi infinitesimale nell’ateneo genovese. Il matrimonio lo avvicina inoltre al mondo degli affari e della borghesia imprenditrice ligure.
Nel disegno riformistico del governo sabaudo carlo-albertino Genova diventa uno dei poli di ammodernamento delle strutture economiche dello Stato. Uno dei segnali più significativi del nuovo clima èl’istituzione nel 1844 della Banca di Genova, fondata dai principali banchieri privati genovesi ma, per le sue funzioni di banca di emissione, controllata dagli organi statali. Alla direzione della banca, dalla quale avrà origine prima la Banca nazionale e poi, alla fine dell’Ottocento, la Banca d’Italia, è designato Carlo Bombrini, merchant banker del Banco Parodi, la più importante banca privata della città, il quale assume un ruolo di primo piano nella saldatura tra le élite genovesi e torinesi. Ma il segnale più importante è la decisione, presa dal governo nel febbraio del 1845, di costruire una strada ferrata tra Torino e Genova. Nella visione che sorreggeva questo progetto, la ferrovia avrebbe integrato maggiormente i circuiti economici dello Stato ed avrebbe altresì costituito una potente via di comunicazione e di scambio capace di collegare il Mediterraneo con i traffici dell’Europa centro-occidentale.