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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BELLISARIO, Maria Isabella (Marisa)

Marisa Bellisario, 1980 ca. (Fondazione Marisa Bellisario, fondo cartaceo).

 
 

Ceva (CN), 9 luglio 1935 - Torino, 4 agosto 1988

Dopo la laurea in Economia e Commercio all’Università di Torino, Marisa Bellisario è assunta alla Olivetti di Ivrea e nel febbraio 1960 è a Milano a frequentare il primo corso organizzato dall’azienda per specialisti del computer. Il corso fa parte della strategia di ingresso della Olivetti nel settore del calcolo elettronico avviata a metà degli anni Cinquanta con la creazione del Laboratorio di ricerche elettroniche Olivetti. Tali scelte costituiscono l’evoluzione della cultura aziendale di Adriano Olivetti, che aveva fatto dell’innovazione uno dei principi-guida della sua strategia d’impresa, sia sul piano della ricerca e sviluppo, sia su quello organizzativo, sia per l’attenzione al contenuto tecnologico dei prodotti e alla qualità del design come elementi di competitività.
L’attività elettronica della Olivetti ruota in quel momento intorno al progetto dell’Elea 9003 (Elaboratore elettronico aritmetico), il primo computer interamente progettato e prodotto in Italia. Si tratta di un impegno che colloca la Olivetti in una posizione di avanguardia a livello mondiale anche nel calcolo digitale, un piano realizzato da un’impresa privata in un settore che vede massicci investimenti statali – in primo luogo negli Stati Uniti – e dominato dalla americana Ibm.

 

Nella prima generazione tecnologica
Bellisario lavora alla Divisione commerciale elettronica dell’Olivetti quando, nell’ottobre 1962, viene decisa la fusione con la Olivetti Bull, diretta da Ottorino Beltrami, un’azienda costituita nel 1949 – con una partecipazione della francese Bull – che vendeva macchine elettromeccaniche a schede perforate: nasce così la Divisione elettronica Olivetti, la cui Direzione è affidata allo stesso Beltrami, con il quale Bellisario avvia un rapporto di feconda collaborazione.
Analista di sistema, incaricata dell’avviamento delle applicazioni, Bellisario fa dunque parte della prima generazione di specialisti italiani del computer, consapevoli delle opportunità che l’elettronica può offrire per la modernizzazione tecnologica dell’industria italiana. Il progetto di espansione della Olivetti nella grande informatica è tuttavia destinato ad arenarsi molto presto a causa delle crescenti difficoltà di un’azienda familiare che non riesce a far fronte alle enormi necessità finanziarie del settore. Nel 1964 la Olivetti detiene il 25% del mercato italiano, ma dopo la morte di Adriano Olivetti – nel febbraio 1960 – l’impresa era precipitata in una crisi gravissima. Il gruppo formato da Fiat, Pirelli, Imi, Mediobanca e Centrale interviene nel 1964 con un’operazione di salvataggio, che lascia alla famiglia Olivetti il 30% del pacchetto azionario. In seguito a tale operazione viene decisa la cessione della Divisione elettronica alla General Electric. Nasce così la Olivetti General Electric, americana per il 75%, della quale Beltrami è nominato Amministratore delegato.
Considerata una delle “occasioni mancate” per la modernizzazione dell’industria italiana nelle tecnologie avanzate negli anni Sessanta, la cessione della Divisione elettronica Olivetti è motivo di amarezza per Bellisario, che giudica l’operazione come una “svendita” di un «prezioso patrimonio di conoscenze italiano».