Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BONO, Gaudenzio

Da sinistra, Vittorio Valletta, Gaudenzio Bono, Giovanni Nasi, Gianni Agnelli, anni Sessanta (Archivio e centro storico Fiat).

 
 

Torino, 17 maggio 1901 - Torino, 11 novembre 1978

Figlio di un impiegato delle Poste e telegrafi, cresce nel periodo di intensa industrializzazione dell’area metropolitana piemontese. Nel dicembre del 1923 consegue la laurea in Ingegneria presso il Politecnico di Torino e nel gennaio del 1924 entra alla Fiat per seguire il corso di tirocinio per ingegneri. Secondo una consuetudine già stabilita e poi consolidata nel tempo, questo corso, introduttivo all’organizzazione e a uno specifico settore del ciclo produttivo, è costituito essenzialmente da un lavoro sul campo, secondo gli orari e le abitudini della manodopera industriale. Il tirocinio di Bono avviene alle fucine del Lingotto, lo stabilimento ultimato da poco, dove si svolgono alcune delle fasi più delicate della lavorazione metallurgica. Terminata questa fase della sua formazione, percorre, sempre al Lingotto, tutti i gradi della carriera: caposquadra, incaricato tecnico, capo reparto, fino al grado di ingegnere addetto alla direzione. Mantiene questo incarico fino al 1931, quando è nominato vicedirettore della Spa (Società piemontese automobili), un’azienda della Fiat interamente impegnata nella produzione di autocarri; la responsabilità operativa dell’azienda, di fatto, ricade fin d’allora su Bono, che viene poi nominato direttore nel 1939.

 

1946: a capo della Fiat senza capi
Nel corso di questi anni Bono assume anche alcuni incarichi didattici. Dal 1928 al 1932 tiene un corso di Organizzazione dei fattori della produzione presso l’istituto tecnico industriale “Amedeo Avogadro” di Torino, forte delle esperienze di lavoro e degli insegnamenti acquisiti al Politecnico da Ugo Gobbato, il manager italiano con le migliori competenze nel campo dell’organizzazione industriale tra le due guerre. Nel 1932 riceve anche un incarico presso il Politecnico di Torino, per l’insegnamento di Tecnologia speciale dell’automobile; mantiene l’incarico fino al 1957, quando questo risulterà di fatto incompatibile con le responsabilità e gli impegni di dirigente aziendale.
Gli eventi accaduti alla Fiat nelle ultime settimane della guerra e nei primi giorni della Liberazione, portano Bono a un diverso livello di responsabilità. Estromessi dall’azienda i maggiori esponenti, primi fra tutti il presidente Giovanni Agnelli e l’amministratore delegato Vittorio Valletta, il Comitato di liberazione nazionale (Cln) insediato negli stabilimenti Fiat il 26 aprile 1945 nomina una gestione provvisoria, della quale fanno parte, oltre a Battista Santhià (un commissario di nomina politica e di lunga militanza comunista), tre direttori della Fiat che, non compromessi con il Regime fascista, forniscono le opportune garanzie per affrontare le difficoltà del momento: Aurelio Peccei, della Direzione commerciale, rappresentante del Partito d’azione; Arnoldo Fogagnolo, il direttore della Grandi motori; e lo stesso Bono.