Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

MONDADORI, Arnoldo

Bozza di Cento e cento e cento e cento pagine del libro segreto di Grabriele d'Annunzio tentato di morire, con correzioni e annotazione autografe, 1930-1939 (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori)

 
 

Il progetto imprenditoriale di Mondadori prende forma in tutta la sua ampiezza nel momento in cui l'editore si volge alla narrativa, e decide di operare in un mercato che gli impone la concorrenza con imprese già affermate, ma nel quale intravede la possibilità di alte tirature e quindi di profitti più consistenti. Punta ad autori già affermati e a immediati successi di vendita, mentre avvia una complessa trattativa per accaparrarsi, contro l'editore concorrente Treves, la pubblicazione dell'opera omnia di D'Annunzio. Dopo cinque anni, nel giugno del 1926, arriva a un accordo che, grazie alla mediazione di Borletti, prevede la costituzione dell’Istituto nazionale per l’edizione delle opere di D’Annunzio, patrocinato da Vittorio Emanuele III, con Mussolini come presidente onorario e il ministro della Pubblica Istruzione Fedele presidente, lo stesso Borletti vicepresidente e Mondadori amministratore delegato. Il capitale di 6 milioni è garantito per 3 milioni e mezzo dallo Stato, per un milione e mezzo dall'editore e per il rimanente dallo stesso D’Annunzio, come apporto dei diritti d’autore. Per la pregiata edizione, viene destinata nello stabilimento di Verona una sezione chiamata Officina Bodoni diretta da Giovanni Mardesteig: l'esito è un prodotto editoriale di raffinata eleganza, con la stampa in caratteri bodoniani ricavati dai punzoni della Biblioteca Palatina di Parma, in carta di Fabriano con un motto dannunziano in filigrana. I volumi, particolarmente apprezzati da D’Annunzio, si rivelano anche un ottimo affare commerciale, destinato a concludersi solo nel 1936 con l’uscita degli Indici.

 

 

Corrispondenza interna fra Arnoldo Mondadori e Luigi Rusca, anni '30 (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori)

 
 
Non altrettanto remunerativo, almeno sul piano finanziario, è l’altro affare condotto in questi anni ancora per iniziativa di Borletti, cioè l’acquisto nel 1923 del quotidiano milanese «Il Secolo» che, da giornale radical-democratico nell’era Sonzogno, diventa nelle mani dei nuovi proprietari un organo fiancheggiatore del regime fascista, lanciando dalle sue colonne aspre campagne contro il «Corriere della sera» diretto dal liberale Luigi Albertini.
Iscritto al Partito nazionale fascista dal febbraio del 1924, l'editore coglie al volo anche l'occasione della pubblicazione della biografia del duce scritta da Margherita Sarfatti, dal titolo Dux. L’opera, essenzialmente apologetica, esce nel giugno 1926 con la prefazione dello stesso Mussolini, e raccoglie uno straordinario successo, vendendo già nel primo anno 25.000 copie. Mondadori pubblica inoltre alcuni discorsi tenuti dal capo del fascismo e successivamente le opere teorico-programmatiche di vari gerarchi del regime, da Farinacci a Balbo, da Bottai a De Marsico e Starace.
Mondadori si accredita in questi anni come stampatore di regime, posizione che gli consente di raggiungere nel settore delle edizioni scolastiche una posizione di oggettivo monopolio, arrivando a stampare, nei suoi moderni impianti industriali, quasi la totalità dei libri di testo per le scuole elementari (dal 1930 il libro unico di Stato). La posizione dominante sul mercato dell'editoria scolastica è rafforzata con la produzione di libri di testo per la scuola secondaria inseriti nei programmi d'esame ministeriali.