Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

PIAGGIO, Rinaldo

L'andamento della produzione e le aspettative della nuova società lo convincono a intraprendere un’ulteriore espansione della scala produttiva. Ad attrarlo particolarmente è l'opportunità di costruire in proprio i motori aeronautici e a tal fine acquisisce nel 1924 lo stabilimento Costruzione meccaniche nazionali di Pontedera, una officina nata prima della guerra dalla sezione motoristica del locale Consorzio agrario.

Piaggio è in questa fase uno dei pochi imprenditori italiani impegnati nell'aeronautica, e il suo dinamismo in uno dei settori sulla frontiera tecnologica ne fa un personaggio in ascesa fino ai massimi ranghi dell’élite economica nazionale: nel 1922 viene insignito del titolo di commendatore dell’Ordine della corona e nel 1925 di grande ufficiale della Corona; nel 1934 ottiene la nomina a senatore del Regno.

Sempre nel corso degli anni Venti l'imprenditore avvia un processo di integrazione a valle, fondando nel 1926 la Società anonima di navigazione aerea (SANA) - che istituisce la prima linea aerea italiana di trasporto passeggeri -, e a monte, acquistando e gestendo aziende forestali nella Maremma e nell'Agro romano, quali unità produttive funzionali alla fornitura di carbone e alla produzione del legname necessario per le costruzioni ferroviarie e aeronautiche. La fase espansiva degli anni Venti induce Piaggio e Odero ad aumentare il capitale sociale, che da 15 passa a 30 milioni di lire nel 1930, per fronteggiare l'espansione produttiva. Quest’ultima è però interrotta bruscamente dai contraccolpi della grande crisi del 1929, che segnano l’inizio di una delle fasi più critiche nella vita dell'azienda, caratterizzata dalla caduta delle commesse e dalla drastica contrazione della produzione. La risposta di Piaggio alla crisi è basata in gran parte sul potenziamento dei programmi di ricerca e sviluppo: oltre a Giovanni Pegna, l'azienda acquisisce le competenze di altre figure di primaria importanza dell'ingegneria aeronautica, come Giovanni Gabrielli, Giovanni Casiraghi e, soprattutto, Corradino d'Ascanio, il geniale progettista abruzzese che nel 1930 aveva realizzato uno dei primi prototipi mondiali di elicottero e nel 1934, poco dopo il suo ingresso alla Piaggio, brevetta l'elica a passo variabile in volo.
 

Superate non senza difficoltà le conseguenze della crisi del 1929 - nel dicembre del 1932 il capitale sociale scende da 30 a 10 milioni di lire - nel corso degli anni Trenta l'imprenditore allarga progressivamente la partecipazione azionaria ai figli Armando ed Enrico Piaggio [►v. scheda], nel contesto di un rilancio della produzione legato alle nuove mire di espansione militare del regime fascista. Al momento della morte di Piaggio, nel 1938, l’impresa è uno dei principali gruppi italiani del settore meccanico, dotata di quattro moderni impianti industriali e con un fatturato che supera i 160 milioni di lire.
 

Risorse archivistiche e bibliografiche
Il Museo Piaggio di Pontedera conserva documenti relativi alla biografia dell'imprenditore e alla storia aziendale.
Una leggenda verso il futuro: i centodieci anni di storia della Piaggio, a cura di T. Fanfani, 1994; L’aereonautica italiana. Una storia del Novecento, a cura di P. Ferrari, Franco Angeli, Milano, 2003; L’Italia dei Piaggio, a cura di M. Cainella - G. Maifreda, Milano, Nexo, 2012.