Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

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La precoce internazionalizzazione dell’azienda, che pure mantiene in gran parte i caratteri organizzativi di un’impresa a conduzione familiare, si rivela fondamentale soprattutto nel corso degli anni Trenta quando, a dispetto della stagnazione economica e del crollo del commercio internazionale, vengono acquisite sempre più ampie quote di mercato in Europa e soprattutto in Sudamerica, dove nel 1940 viene rilevato dal precedente concessionario il sito produttivo di Buenos Aires. Sul mercato italiano invece, su impulso diretto di Bernardino Branca, viene ripresa ed estesa la politica di estensione e differenziazione della gamma di prodotto, che arriva ad includere alla fine del decennio oltre 400 articoli, fra cui spicca il Vieux Cognac Supérieur, che diventerà nel dopoguerra il Brandy Stravecchio Branca. Viene intensificato anche il ricorso a campagne pubblicitarie, fortemente caratterizzate dalla collaborazione di artisti e illustratori pubblicitari quali Leonetto Cappiello e il francese Jean D’Ylen..
Di grande importanza per l’ingresso definitivo della famiglia nell’élite imprenditoriale milanese è la partecipazione attiva di Bernardino Branca – già fra i maggiori finanziatori del Museo Teatrale della Scala nel 1913 e consigliere comunale dal 1918 – agli avvenimenti e alle iniziative culturali che animano il capoluogo lombardo in questi anni. Un impegno, che unito ai meriti imprenditoriali, gli varrà il conferimento nel 1936 del titolo di conte di Romanico.
 
La seconda guerra mondiale e la ripresa postbellica
Lo scoppio del secondo conflitto mondiale pone l’azienda di fronte a problemi drammatici. Le difficoltà – in una prima fase avvertite soprattutto nel reperimento di alcune materie prime – si acuiscono in particolare dopo l’ingresso in guerra degli Stati Uniti nel 1941, e il conseguente sequestro della filiale di New York. Il blocco dei beni viene poco dopo esteso anche alla consociata di Buenos Aires, in seguito alla decisione dell’Argentina, che pure ha conservato la sua neutralità, di assumere il controllo delle filiali delle imprese tedesche e italiane operanti nel Paese. Privata dei suoi principali mercati esteri (nel 1935 la produzione del solo stabilimento argentino aveva superato quella della casa madre), la Branca è poi costretta ad interrompere l’attività nell’agosto del 1943, in seguito al bombardamento dello stabilimento milanese.
Nonostante i costi materiali della ricostruzione siano ingenti – al termine del conflitto risultano praticamente distrutti anche gli impianti francese e tedesco – la ripresa postbellica si rivela piuttosto rapida: la produzione per il mercato italiano ritorna sui livelli anteguerra nel 1948, mentre all’inizio degli anni Cinquanta anche le unità produttive di Saint-Louis, Stoccarda e Chiasso rientrano in funzione a pieno ritmo e nuove sedi commerciali vengono aperte in Lussemburgo, Cecoslovacchia ed Egitto. La rinascita dell’azienda è accompagnata da un rinnovato impegno in campo pubblicitario, nell’ambito del quale alle forme tradizionali di comunicazione grafica viene affiancato il ricorso ai canali radiofonico e cinematografico.
La lunga carriera imprenditoriale di Bernardino Branca si conclude nel 1955, due anni prima della sua morte, con le dimissioni prima dalla carica di presidente e successivamente da quella di amministratore delegato, e con il passaggio del testimone ai figli Stefano (1927), Pierluigi (1928-1999), Giuseppe (1931) e Carlo (1938-1998).
 
Risorse archivistiche e bibliografiche
Per una ricostruzione del profilo biografico di Bernardino Branca, si possono consultare i documenti conservati presso l’Archivio storico della Fratelli Branca di Milano. Di grande interesse anche il Museo, sempre annesso allo stabilimento di Via Resegone, dotato di un rilevante patrimonio di materiali iconografici. Sulla storia della famiglia Branca e dell’azienda si può vedere il volume Novare serbando: 1845, Milano, Fratelli Branca distillerie, 2002.