Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

DE CECCO, Filippo

Filippo Giovanni De Cecco

 
 

Fara S. Martino (CH), 8 aprile 1854 - Fara S. Martino (CH), 27 luglio 1930

Figlio di un mugnaio, De Cecco affianca nel 1869 il padre nella gestione del mulino comunale di Fara S. Martino. Nel 1872 il giovane è titolare in proprio di una licenza per l’esercizio di un mulino e dopo il servizio militare, nel 1876, è in grado di acquistare l’impianto molitorio che gestisce da qualche anno. Inizia l’attività di pastaio alla metà degli anni Ottanta, quando il settore della molitura e della fabbricazione delle paste alimentari riprende vigore dopo un’acuta crisi, in seguito all’abolizione delle pesanti tasse sul macinato e sulla pasta imposte dai governi postunitari.
In Abruzzo, nei decenni centrali dell’Ottocento, il comparto più diffuso dell’attività manifatturiera è quello della trasformazione alimentare: i pastifici sono per lo più piccoli laboratori a conduzione familiare, presenti in maniera capillare sul territorio, il cui prodotto è rivolto quasi esclusivamente al consumo locale. In particolare, nel Chietino, la diffusione di tali attività è legata ad alcuni vantaggi di localizzazione, come la disponibilità di forza motrice idrica, l’abbondanza di manodopera a basso costo, la presenza di materie prime e di un sicuro mercato di sbocco locale.

 

Maccheroni giorno e notte
Il primo nucleo della fabbrica di De Cecco, nel 1886, comprende un mulino, un vecchio stabilimento nel quale si produce la pasta e un “baraccone” di circa 100 mq adibito alla fase dell’asciugatura (durante il giorno i maccheroni venivano essiccati al sole e riposti al coperto per la notte). Lo stabilimento viene ben presto dotato di gramole e torchi azionati dall’energia idraulica, ma la capacità produttiva dell’impianto risulta notevolmente limitata dal clima rigido della Regione, che allunga significativamente i tempi di essiccazione. Nell’intento di risolvere il problema, già nel 1889 De Cecco mette in funzione presso lo stabilimento una cabina per l’essiccazione: la macchina, messa a punto dallo stesso imprenditore, presenta un sistema di ventilazione ad aria calda e un aspiratore, con un cassone forato al cui interno, su vassoi estraibili, viene stesa la pasta da asciugare. La macchina prevede due distinte camere, una luminosa e l’altra buia, allo scopo di riprodurre l’asciugatura naturale alla luce del sole e il “riposo” notturno. In seguito a perfezionamenti successivi del procedimento, la soluzione dei problemi di essiccazione a bassa temperatura consente di svincolare la produzione dai fattori climatici e stagionali. In questi anni De Cecco sperimenta anche l’impasto con acqua tiepida, riscaldata con una macchina a vapore, e le trafile in bronzo. Nel 1894 amplia e ammoderna i locali e realizza un acquedotto. Alla fine del secolo la produzione giornaliera dello stabilimento raggiunge il quintale e mezzo di pasta di grano duro.