Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BREDA, Vincenzo Stefano

La seconda gestione
Dalle drammatiche vicende della crisi il gruppo veneto-padovano che fa capo a Breda esce fatalmente indebolito sia nella Veneta, sia nella Terni: nella società siderurgica Breda continua a tenere ancora per alcuni anni una posizione direttiva, ma si deve confrontare con la crescente influenza di gruppi portatori di interessi diversi e talvolta concorrenti rispetto al piano industriale originario della società siderurgica di Terni, come quelli dell’industria cantieristica ligure-livornese, che gode dell’appoggio di Crispi.
La seconda gestione di Breda consegue risultati positivi sotto il profilo tecnico della produzione dell’acciaio, anche se l’indirizzo industriale dell’impresa resta indefinito, fra l’orientamento rivolto alla produzione commerciale e quello a favore delle produzioni belliche; la Terni, dopo le enormi spese di impianto registrate negli anni 1884-1890 e la voragine delle perdite accumulate nella fase di avvio della produzione, comincia a rimborsare allo Stato le anticipazioni e a ripianare i debiti ereditati dalla Banca d’Italia: nel settembre del 1898 le azioni della Società Terni registrano una positiva accoglienza in Borsa, a testimonianza del consolidamento degli assetti patrimoniali e del nuovo equilibrio interno alla società.
La svolta che segna il definitivo tramonto del gruppo veneto-padovano nell’impresa siderurgica si registra nel 1898-99 quando la Veneta, approfittando del buon andamento del titolo in borsa, decise di liquidare il suo pacchetto di azioni Saffat. Industriali e capitalisti genovesi si assicurano la maggioranza delle azioni e formano così il nuovo gruppo di comando della Terni.
 

 

Attività filantropiche
Breda conserva la Presidenza, ma è ormai privo di effettivi poteri, mentre assiste al consolidamento degli interessi finanziari nazionali nel nuovo sistema di alleanze fra i maggiori istituti bancari (Banca commerciale italiana e Credito italiano) sorti dopo la crisi del 1894, che vede anche la dissoluzione del gruppo veneto-padovano.
Ancora alla Presidenza della Veneta, Breda progetta grandi realizzazioni, come l’acquedotto pugliese e addirittura un tunnel sottomarino per collegare la Sicilia al continente, ma l’impresa è ormai impegnata di fatto soltanto nella costruzione e nella gestione di linee ferroviarie secondarie. Alla fine del secolo, prendendo atto del suo definitivo ridimensionamento, la Veneta modifica la propria ragione sociale, assumendo la denominazione di Società Veneta per costruzione ed esercizio di ferrovie secondarie italiane.
Durante la lunga carriera imprenditoriale di Vincenzo Stefano Breda si registra anche una molteplice attività filantropica e di promozione sociale e culturale: la costruzione degli Ossari di Solferino e San Martino; il dono all’Esercito italiano del primo treno-ospedale; il contributo alla ricostruzione del campanile di San Marco a Venezia; il concorso all’edificazione del rifugio del Club alpino italiano Umberto I sul Terminillo; la costruzione dell’Asilo di infanzia per bambini poveri e di un ospizio per anziani indigenti a Ponte di Brenta.
Breda muore a Ponte di Brenta all’inizio del 1903, nella villa appartenuta alla famiglia patrizia Contarini di Venezia, da lui acquistata nel 1859. Nel 1905 viene istituita con Decreto reale la Fondazione “Vincenzo Stefano Breda”, in esecuzione delle volontà testamentarie del Senatore, il quale, privo di discendenti diretti, aveva lasciato gran parte del suo cospicuo patrimonio alla comunità padovana.

Risorse archivistiche e bibliografiche
La Pia Fondazione Vincenzo Stefano Breda di Ponte di Brenta conserva le carte private di Vincenzo Stefano Breda, mentre l’archivio delle sue maggiori imprese, la Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche e la Terni, è conservato il primo negli Archivi di Stato di Padova, il secondo in quello di Terni. Oltre alla voce curata da F. Bonelli e P. Craveri in Dizionario biografico degli italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, si vedano L. Montobbio, Vincenzo Stefano Breda con un carteggio inedito 1896-1902, Ponte di Brenta (Padova), Fondazione V. S. Breda, 1987; G. Roverato, L’archivio della Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche, in «Archivi e Imprese», 11/12 (gennaio-dicembre 1995), pp. 217-224; su Breda e la Terni riferimento essenziale resta il volume di F. Bonelli, Lo sviluppo di una grande impresa in Italia. La Terni dal 1884 al 1962, Torino, Einaudi, 1975; R. Covino, Nascita e sviluppo di un’impresa. L’Acciaieria di Terni: uomini, progetti e tipologie d’impresa, in Le Acciaierie di Terni, a cura di R. Covino e G. Papuli, Milano, Electa-Editori Umbri Associati, 1998.