Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

ALINARI, fratelli

L'archivio dei negativi dello stabilimento fotografico Alinari di via Nazionale, Firenze, 1910 ca. (Alinari 24 ore).

 
 

1889: all’Esposizione Universale di Parigi
Nel novembre del 1865 muore Leopoldo; Giuseppe e Romualdo, designati curatori dell’azienda fino alla maggiore età del nipote Vittorio, proseguono l’attività con iiziative quali quelle legate alla fedele riproduzione degli affreschi che decorano la Chiesa di Santa Maria Novella, la Cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine a Firenze, e la Cappella Sistina a Roma, ottenendo riconoscimenti in occasione delle principali esposizioni nazionali e internazionali. Il nome Alinari si trova collegato inoltre a molti progetti che documentano, attraverso le immagini fotografiche, i lavori di riassetto urbano della nuova capitale diretti dal Poggi.
In quegli anni gli Alinari sperimentano inoltre nuove applicazioni della tecnica fotografica: in collaborazione con la manifattura Ginori studiano la possibilità di decorare la ceramica con riproduzioni fotografiche in sostituzione delle tradizionali decorazioni manuali. Notevoli sono infine, anche per la soluzione dei problemi tecnici connessi alla complessità del procedimento utilizzato, le riproduzioni di noti dipinti su grandi lastre al collodio umido di cm 115 x 86: l’operazione riscuote un grande successo, sottolineato dal conferimento di diplomi d’onore e medaglie d’oro all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.
Nel 1890 muoiono a pochi mesi di distanza Romualdo e Giuseppe. Con loro scompaiono i fondatori della Fratelli Alinari ed è Vittorio, figlio primogenito di Leopoldo, ad assumere la direzione dello stabilimento.
A Vittorio, che dimostra di possedere una profonda cultura, una passione per l’arte e uno spiccato spirito imprenditoriale, si devono numerose importanti iniziative nei campi artistico, commerciale e promozionale. Egli estende le attività della famiglia nel settore editoriale, attività già iniziate nel 1885 con la costituzione della casa editrice, e diffonde ulteriormente la notorietà del marchio Alinari. Con Vittorio si realizza il passaggio dell’attività dalla dimensione artigianale a quella industriale: l’erede Alinari invia squadre di operatori nelle principali città e nelle più importanti gallerie per produrre le immagini necessarie a illustrare le guide turistiche edite da Hoepli e Treves, dal Touring Club e da altri editori italiani ed esteri, seguendo il florido mercato dell’immagine artistica.
 

 

Corrispondenti in tutto il mondo
Vittorio Alinari, inoltre, non si limita ad assecondare gli stereotipi delle riproduzioni d’arte richiesti dall’editoria turistica, ma prosegue ed estende a tutto il territorio nazionale la catalogazione sistematica dei beni culturali e dà un energico impulso alla realizzazione delle edizioni librarie illustrate con le riproduzioni di capolavori artistici del patrimonio nazionale.
Per sostenere l’espansione commerciale della ditta, Vittorio Alinari sviluppa l’attività delle succursali di Roma (attiva già dal 1872) e di Napoli, apre una terza sede a Venezia e crea quindi una rete di corrispondenti in tutto il mondo, attraverso la quale vende le immagini di proprietà della Alinari e acquisisce altre riproduzioni fotografiche destinate ad arricchire i propri cataloghi: nel 1899 la società, che conta 36 dipendenti, produce e vende nel mondo oltre 60.000 immagini, realizzate con varie tecniche e in vari formati.
La morte prematura, nel luglio del 1910, di Carlo Alinari, l’unico tra i figli di Vittorio che avesse dimostrato passione e talento per la fotografia e per l’editoria – e quindi il solo che avrebbe potuto garantire la continuità della famiglia alla guida dell’impresa –, è probabilmente la ragione che induce Vittorio a cedere la prestigiosa azienda fondata dal padre sessantasei anni prima. Nell’aprile del 1920 l’impresa è trasformata in società anonima con la denominazione Fratelli Alinari Istituto di edizioni artistiche (Idea). Vittorio Alinari muore nel 1932.

Risorse bibliografiche
Oltre alla voce di P. Tentori, Giuseppe Alinari, in DBI, 2 (1960), fra le pubblicazioni recenti si segnalano: F.lli Alinari: la Fratelli Alinari, gli archivi, i procedimenti a stampa degli archivi Alinari, la fototeca, le nuove campagne fotografiche, il consorzio Alinari 2000 save our memory, Alinari e la comunicazione delle immagini, la stamperia d'arte, la fotografia applicata, la casa editrice e l'editoria multimediale, il museo, il laboratorio di restauro della fotografia, la biblioteca, gli strumenti della fotografia, l'immagine presentata e l'immagine custodita, le mostre fotografiche, Firenze, Alinari, 1997; Fratelli Alinari: dalla fotografia all’immagine. 1852-2002, Firenze, Alinari, 2002; A. C. Quintavalle e M. Maffioli, Fratelli Alinari fotografi in Firenze, Firenze, Alinari, 2003; P. F. Listri, Gli Alinari specchio d’Italia: biografia della celebre famiglia di fotografi, Firenze, Alinari, 2003.