Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

BRUSTIO, Umberto

L'edificio in costruzione della sede di rappresentanza de La Rinascente in piazza Duomo a Milano, riaperta al pubblico il 4 dicembre 1950, dopo le distruzioni causate dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale (Archivio storico dell'Istituto di storia economica dell'Università commerciale L.Bocconi – ISE, Carte Brustio)

 
 

La concorrenza della Standard
L’espansione della catena Upim nella seconda metà degli anni Trenta non è comunque priva di ostacoli. L’impresa si trova in particolare a fare i conti con la vivace concorrenza della Standard (Standa dal 1937), fondata nel maggio del 1931 da Franco e Italo Monzino, già dirigenti della Rinascente, con l’appoggio del cognato Fernando Borletti, fratello di Senatore, e membro dello stesso Consiglio d’amministrazione della Rinascente. I Monzino, forti dell’esperienza acquisita presso l’azienda rivale, conseguono rilevanti successi con la Standard, imitando il modello Upim. Brustio combatte la concorrenza dei Monzino accelerando l’espansione dell’Upim, che dopo il 1936 accresce notevolmente il numero delle proprie filiali. Nel marzo del 1941 si delinea comunque un accordo fra i concorrenti che prevede, entro un quinquennio dalla fine del conflitto in corso, la diffusione dei magazzini Upim da 38 a 76, e di quelli Standa da 22 a 44. La guerra causa tuttavia alla società danni gravissimi: nove filiali Upim sono distrutte, sei danneggiate, nove requisite, mentre altre quattro vengono chiuse per motivi diversi. Fra le filiali La Rinascente, solo quella di Roma non subisce danni; viene requisita invece la filiale di Napoli, e sono i magazzini di Genova e Cagliari. Ancora una volta la sede di piazza del Duomo a Milano è resa completamente inutilizzabile e nel capoluogo lombardo è ridotta in macerie anche la sede centrale di via Carducci.
Nonostante la gravissima situazione postbellica, in questo periodo si conferma la vitalità del complesso aziendale che Brustio ha plasmato in più di vent’anni di lavoro. La ricostruzione procede infatti velocemente: già nel 1946 vengono riattivate 19 sedi Upim e la filiale La Rinascente a Cagliari; il 4 dicembre 1950 viene riaperto al pubblico, completamente ricostruito, il magazzino di piazza del Duomo. Intanto il capitale sociale, che nel 1945 era di 54 milioni, nel 1950 raggiunge il miliardo.

 

L'imprenditore Umberto Brustio in uno dei reparti de La Rinascente il 4 dicembre 1950, giorno della riapertura al pubblico della sede di piazza Duomo a Milano, distrutta dai bombardamenti (Archivio storico dell'Istituto di storia economica dell'Università commerciale L.Bocconi – ISE, Carte Brustio)

 
 

Nuove strategie per maggiori profitti
All’inizio degli anni Cinquanta Brustio mette in atto una nuova strategia commerciale, i cui capisaldi sono il netto miglioramento qualitativo dell’offerta e l’abbassamento dei margini di profitto unitario. I risultati non si fanno attendere: fra il 1950 e il 1957 le vendite passano da 10 a 54 miliardi, i dividendi oscillano fra il 10 e il 12% di un capitale sociale che alla fine degli anni Cinquanta raggiunge i 5 miliardi; l’incremento della superficie di vendita è tale che i principali concorrenti – Standa e Coin – insieme non rappresentano che i due terzi di quella complessiva Upim e La Rinascente.
In questi anni di intenso sviluppo Brustio rimane saldamente alla guida della società, fino al maggio del 1957, quando riceve il titolo di Presidente onorario, restando poi membro del consiglio d’amministrazione fino al 1968. Nel 1952 è nominato cavaliere del lavoro, mentre nel 1958 viene eletto nella Hall of Fame in Distribution dalla Boston Conference on Distribution. Trascorre gran parte dei suoi ultimi anni in viaggi di studio all’estero. Muore a Milano nella primavera del 1972.

Risorse bibliografiche
F. Amatori, Proprietà e direzione. La Rinascente 1917-1969, Milano, Franco Angeli, 1989; E. Papadia, La Rinascente, Bologna, Il Mulino, 2005.