Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CANTONI, Eugenio

Macchine a vapore nei cotonifici
L’andamento economico della ditta Cantoni, poco prospero negli anni 1850-57, conosce un netto miglioramento alla fine del decennio preunitario grazie all’introduzione di innovazioni tecnologiche che consentono l’immissione sul mercato di tessuti in cotone, in sostituzione di quelli di lino e misti di lino e cotone; nella prima metà degli anni Cinquanta la Cantoni aveva anche introdotto le macchine a vapore, sull’esempio degli altri cotonifici lombardi, come gli stabilimenti dei Ponti e dei Borghi.
Nuove difficoltà si presentano durante la congiuntura postunitaria, quando l’industria cotoniera risente in modo particolare delle conseguenze della guerra di secessione negli Stati Uniti d’America, che rende impossibile l’esportazione del cotone greggio verso l’Europa; a questo si aggiunge la debolezza causata dall’indirizzo liberistico nella politica commerciale del Regno.
Nel 1866 il complesso degli stabilimenti Cantoni conta complessivamente 9.000 fusi e 236 telai semiautomatici, ma è con la ripresa generalizzata dell’industria cotoniera, seguita all’introduzione del corso forzoso (1866), e all’espansione degli anni successivi alla guerra franco-prussiana, che Cantoni inaugura un processo di ampliamento dell’impresa e pone le premesse per una sua riorganizzazione finanziaria. Nel 1868 acquista gli immobili e il diritto d’uso di un canale per l’impianto di una nuova filatura a Bellano (Como), che nel 1870 arriva a contare 6.800 fusi, e decide l’acquisto di uno stabilimento a Milano, destinato a diventare una stamperia con macchine di fabbricazione inglese.

 

Tra tessuti e banche
La ripresa industriale del triennio 1871-1873 spinge il Barone Cantoni (il titolo nobiliare gli viene concesso da Vittorio Emanuele II proprio nel 1871) a un’attività più vasta non solo sul piano imprenditoriale. Nel 1871 è promotore nella costituzione della Banca industriale e commerciale, e l’anno successivo, con il concorso di quest’ultima e della Banca italo-germanica, attua la trasformazione della ditta Costanzo Cantoni nella società anonima Cotonificio Cantoni; nel 1872 fonda inoltre la Banca di Busto Arsizio, primo nucleo della Società bancaria italiana e poi della Banca italiana di sconto.
Tra i sottoscrittori del capitale sociale (sette milioni di lire) del Cotonificio Cantoni figurano, oltre alle due banche, i maggiori rappresentanti dell’industria lombarda, tra cui Andrea Ponti (Presidente fino al 1875), i fratelli Turati, Napoleone Borghi e Giuseppe Colombo. Costanzo ed Eugenio Cantoni appaiono come sottoscrittori rispettivamente per un milione e per 2.750.000 lire: una cifra leggermente superiore a quella di 3.506.523 lire, che rappresenta il valore degli stabilimenti e delle merci apportati dalla ditta Cantoni alla nuova società. A Eugenio Cantoni è attribuita la carica di Direttore degli stabilimenti.
Nel 1873 il Cotonificio Cantoni dispone di un complesso di impianti che comprende le manifatture Cantoni di Legnano (1.000 fusi per filatura, 114 telai meccanici e un opificio per la tintura), di Castellanza (8.000 fusi, 124 telai meccanici e un opificio per il candeggio), di Bellano (6.844 fusi) e infine la stamperia meccanica alla Maddalena, a Milano; inoltre, di acquisizione recente, uno stabilimento di filatura e torcitura a Besozzo (Varese) e uno di torcitura, cardatura e tintura a Milano.