Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CRISTALDI, Franco

Coproduzioni internazionali e commedia brillante
Nel 1954 Cristaldi trasferisce la società a Roma, trasformandola in anonima. Nel dare inizio a questa nuova fase, riceve il sostegno economico dei fratelli Vittorio, Umberto e Giannino Marzotto, a lui legati da una lontana parentela, ma anche da rapporti di amicizia.
I primi film prodotti dalla nuova Vides, Camilla (di Luciano Emmer, 1954) e Il seduttore (di Franco Rossi, 1954), rappresentano due modelli della politica produttiva di Cristaldi: la coproduzione internazionale, in particolare italo-francese, e la commedia brillante di largo consumo, che con i suoi incassi permette di ammortizzare le perdite o il più lento recupero dei capitali impiegati nei film meno commerciali. Il successo di pubblico de Il seduttore e di Un eroe dei nostri tempi (di Mario Monicelli, 1955), sancisce l’affermazione della Vides nel panorama delle case di produzione italiane.
Nel 1955, al Festival di Venezia, Cristaldi conosce Pietro Notarianni, direttore di produzione già affermato, e lo porta a lavorare alla Vides. Notarianni introduce Cristaldi nell’ambiente del cinema romano, al quale il produttore torinese è ancora sostanzialmente estraneo: gli presenta, tra gli altri, Luchino Visconti, con il quale Cristaldi sperimenta una formula produttiva originale – la cosiddetta “caratura” – che prevede la partecipazione degli autori alla proprietà del film. Per Le notti bianche (di Luchino Visconti, 1957) Cristaldi costituisce una società apposita, la Ci.as. (Cinematografica associati), insieme a Visconti e alla sceneggiatrice del film, Suso Cecchi D’Amico. Lo scopo del produttore è quello di responsabilizzare gli autori dal punto di vista economico, coinvolgendoli direttamente nel controllo dei costi. Le notti bianche è l’unico film di Visconti che ha rispettato tempi di lavorazione e preventivo.

 

L’Oscar con Amarcord
La formula viene ripetuta nel 1972 per Amarcord di Federico Fellini, con il quale Cristaldi costituisce la F.C. Produzioni. Pur opponendosi alla realizzazione di alcune sequenze molto costose, in questo caso il produttore non riesce a raggiungere l’obiettivo del contenimento dei costi. Il film ha però un tale successo in tutto il mondo, che alla fine si rivela un ottimo affare. Amarcord è anche uno dei tre film di Cristaldi premiati con l’Oscar, insieme a Divorzio all’italiana (di Pietro Germi, 1961), nel 1962, e a Nuovo Cinema Paradiso (di Giuseppe Tornatore, 1988) nel 1990.
Dopo Amarcord, Cristaldi decide di non ripetere l’esperienza di costituire formalmente società con autori, ma accetta o sollecita in più occasioni la loro partecipazione alla proprietà del film. La sua propensione per il sistema della “caratura” rivela due aspetti complementari del suo modo di produzione: la fiducia nella creatività degli autori e il modello di organizzazione all’americana. L’idea dell’impresa cinematografica di Cristaldi è quella di una struttura agile ma di solide basi, con un parco di collaboratori fissi e in continua ricerca di forze nuove. La Vides mette sotto contratto artisti e tecnici e investe sui propri attori per farne dei divi, come uno studio hollywoodiano. Fra gli attori scoperti da Cristaldi vi sono Renato Salvatori, Giuliano Gemma, Tomas Milian, Rosanna Schiaffino e Claudia Cardinale, lanciata giovanissima ne I soliti ignoti (di Mario Monicelli, 1958).
Oltre a sostenere registi all’esordio come Francesco Rosi, Elio Petri, Duccio Tessari, Maurizio Nichetti, la Vides produce film innovativi nel linguaggio e nei contenuti, come Omicron (1963) di Ugo Gregoretti, o di taglio storico-politico, come Salvatore Giuliano (1962) e Il caso Mattei (1972) di Rosi. Nonostante siano considerati a volte troppo impegnati e non commerciali, i film Vides hanno un marchio di qualità che li rende economicamente redditizi sul lungo periodo perché, grazie ai premi vinti ai maggiori festival internazionali, vengono facilmente venduti in tutto il mondo.