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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CRISTALDI, Franco

Modello di organizzazione all’americana
Nel 1959 Cristaldi aveva trasformato la società per azioni in Vides cinematografica di Franco Cristaldi, società in accomandita semplice, con un aumento di capitale da 10 a 50 milioni di lire. La forma societaria scelta è impegnativa per il produttore e rarissima nel panorama delle case di produzione italiane (la maggior parte sono società dalla vita effimera, con un bassissimo capitale sociale, prive di un solido progetto imprenditoriale, e spesso esauriscono la loro vita nella produzione di un solo film). L’attività di Cristaldi appare invece una delle più solide e durature in tutta la storia del cinema italiano (dal 1946 alla morte, nel 1992), impostata su un forte impegno finanziario, sottoscritto con una formula che implica l’illimitata responsabilità e il totale controllo personale, negli anni produttivamente più importanti per la Vides.
Nel 1962 Cristaldi acquista alcuni terreni nella zona di Prima Porta, a Roma, e inizia l’edificazione degli studi di posa Vides. La costruzione di due teatri e l’acquisto delle attrezzature tecniche rispondono al criterio dell’organizzazione da studio che consente di realizzare economie di scala su tutta la produzione. Nella seconda metà degli anni Sessanta la Vides inaugura una strategia di apertura internazionale, puntando a scritturare artisti stranieri e realizzando nel 1969 la prima coproduzione italo-sovietica, La tenda rossa (di Michail K. Kalatozov), un kolossal di grande successo sul mercato nazionale, venduto anche alla Paramount.
Nel 1974 il produttore decide la trasformazione della Vides Franco Cristaldi in società per azioni Vides cinematografica, operazione che gli consente un progressivo aumento del capitale sociale, in una fase decennale di crescita in cui la casa di produzione realizza fra i tre e i cinque film l’anno.
Nello stesso anno 1974 Cristaldi è eletto presidente della Fiapf (Federazione internazionale associazioni produttori film), dopo aver ricoperto per sette anni la presidenza dell’Unione nazionale produttori film all’interno dell’Anica; sarà riconfermato presidente della Fiapf per otto volte, fino al 1990, occupandosi, in questa veste, della creazione di un Pubblico registro audiovisivo internazionale per la protezione del diritto d’autore. Il prestigio internazionale di Cristaldi negli anni Ottanta è ormai consolidato e la casa di produzione coglie a metà del decennio due successi miliardari, la coproduzione italo-franco-tedesca Il nome della rosa (di Jean-Jacques Annaud, 1986), tratto dal best seller di Umberto Eco, e Nuovo Cinema Paradiso, entrambi coprodotti insieme alla Rai e alla società francese più volte partner di Cristaldi sul mercato internazionale, Les Films Ariane di Alexandre Mnouchkine. Il risultato appare clamoroso, considerando che questi sono anni di grande crisi per il cinema italiano.
Innumerevoli sono i premi vinti durante tutta la sua carriera da Franco Cristaldi, il cui valore era riconosciuto già nel 1965, con l’assegnazione del Nastro d’argento al complesso della sua produzione. Muore a Montecarlo nel luglio del 1992.

 

Risorse bibliografiche
In assenza di una ricerca storica fondata su criteri scientifici, per ulteriori notizie e informazioni sulla vita e le attività economiche di Franco Cristaldi si rimanda ai volumi sulla storia del cinema italiano, in particolare F. Faldini e G. Fofi, L’avventurosa storia del cinema italiano, Milano, Feltrinelli, 1979 (più volte ristampata); L. Quaglietti, Storia economico-politica del cinema italiano (1945-1980), Roma, Editori Riuniti, 1980; Cinema italiano 1930-1995. Le imprese di produzione, a cura di Aldo Bernardini, Roma, Anica, 2000. Per la filmografia completa di Cristaldi si rimanda invece a www.cristaldifilm.com.