Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

FLORIO, Ignazio (senior)

Zolfo e marsala
Un altro dei settori di attività ereditati dal padre Vincenzo era quello degli zolfi, che fra il 1851 e il 1875 aveva attraversato una notevole fase di espansione, con una produzione delle miniere siciliane che giunse a superare le 200.000 tonnellate annue e prezzi medi del prodotto in ascesa. Negli anni successivi i prezzi dello zolfo diminuiscono costantemente, in parte a causa dell’impressionante aumento della produzione (che tocca quota 400.000 tonnellate nel 1882) e in parte in seguito ai progressi della chimica e alla comparsa di innovazioni tecnologiche che consentivano l’utilizzo di una materia prima sostitutiva come la pirite. Nonostante la caduta dei prezzi di vendita, Florio continua a realizzare cospicui guadagni tanto dal commercio quanto dalla gestione di alcune miniere. Oltre alla miniera di Bosco di San Cataldo di sua proprietà, Florio assume infatti nel 1886 la gestione delle zolfare di Rabbione, vicino a Caltanissetta, e di Grottarossa, per una produzione annua totale di circa 4.500 tonnellate; questo lo rende uno dei principali produttori dell’isola.
Un’altra attività tradizionale di Casa Florio era quella enologica nello stabilimento di Marsala, iniziata in condizioni difficili da Vincenzo Florio fin dal 1832. Nei primi anni Settanta la domanda del vino marsala è in forte espansione e l’impresa agricola dei Florio arriva a disporre di una forza lavoro di 300 addetti, assumendo le dimensioni di un interessante complesso agro-industriale, dotato persino di un proprio molo per le operazioni di imbarco del prodotto.

 

La compagnia preferita dai tedeschi
Il punto di forza della Casa di commercio continua tuttavia a rimanere la compagnia di navigazione. Il fallimento della Società di navigazione La Trinacria offre nel 1876 alla Piroscafi Postali di Florio l’occasione di acquistare a prezzi di liquidazione tredici piroscafi di recente costruzione, con i quali far fronte ai maggiori impegni che il rinnovo delle convenzioni postali, previsto per l’anno successivo, avrebbe comportato. Il nuovo contratto, firmato nel febbraio del 1877, ha una durata di 15 anni, con scadenza al 31 dicembre del 1891. La Piroscafi Postali riesce ad assicurarsi, grazie ai notevoli appoggi di cui Florio gode negli ambienti politici nazionali, il monopolio dei servizi tra la Sicilia e il continente – con le diramazioni per Malta e per Tunisi – e fra l’Italia e il Levante, e a portare la sua quota di partecipazione sul totale delle sovvenzioni statali dal 21,7% del 1876 al 44,3% del 1887, mentre la compagnia dell’armatore genovese Raffaele Rubattino vedeva la propria quota passare dal 37,6 al 42,2%. Le due società di navigazione finiranno così per spartirsi, nel corso del quindicennio di durata del contratto con lo Stato, servizi convenzionati per 105 milioni di premio totale.
Per meglio far fronte agli impegni assunti con la nuova convenzione, l’assemblea dei soci della Piroscafi Postali nel giugno del 1877 delibera l’aumento di capitale fino alla cifra di 24 milioni di lire. La società mette in mare nuove unità, tra cui il Venezia, costruito nel cantiere Orlando di Livorno, e le due ammiraglie Vincenzo Florio e Washington, costruite nei cantieri scozzesi sul Clyde e destinate a essere impiegate sulle rotte transatlantiche. Insieme con la solidità economica, la compagnia Florio consegue un indiscusso prestigio all’estero: nel 1879, il Governo tedesco la preferisce, nell’assegnazione delle linee commerciali con il Levante, alle prestigiose compagnie Lloyd austriaco e Südbahn.