Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

GUALINO, Riccardo

I "privé" per le azioni
Gualino rimane alle Eolie poco più di un anno, e riottiene infine la libertà nel settembre 1932. Negli anni successivi ricomincia a tessere la trama dei suoi affari, sia pure da una posizione più appartata che in passato. Insieme con l’Italia, sede delle sue attività è in quegli anni in primo luogo la Francia, dove pure è processato e condannato nel gennaio 1933, ma dove resta comunque concentrata una parte consistente delle sue risorse.
Già alla metà del decennio Trenta, personalmente o attraverso parenti e prestanome, Gualino si ritrova oltralpe alla testa di vasti giri di interessi nel settore immobiliare e in quello della grande distribuzione (Societé anonime des cafés et restaurants françaises e partecipazioni ai magazzini Bon Marché), nonché di una finanziaria lussemburghese, il Consortium privé, che con la sua controllata parigina, il Comptoir privé, diretto da P.G. Gurgo Salice, realizza operazioni ad ampio raggio sul mercato valutario e su quello dei titoli azionari. Con l’appoggio della Banque de l’Union parisienne, in cui è ancora attivo l’amico Oustric, Gualino riprende in breve le fila di una vasta trama di affari che include, tra le altre, le società anonime Roumano-Belge des pétroles, la svizzera S.a. des Fours Pieters (per lo sfruttamento, in combinazione con G. Nobel, di brevetti per la distillazione del carbone), la Compagnie industrielle française du platine o la Mines d’or de peck, per la gestione di giacimenti in Jugoslavia.

Chimica e cinematografia
In Italia i nuovi poli di interesse sono soprattutto la chimica e la cinematografia. Nel primo settore l’azienda principale diventa la Rumianca, originariamente un’impresa ausiliaria della Snia, di cui Gualino nel 1933 rileva il controllo dal gruppo Abegg. La Rumianca registra un notevole successo a partire dalla metà degli anni Trenta producendo fertilizzanti e anticrittogamici, per inserirsi poi nei flussi di commesse e finanziamenti pubblici della mobilitazione industriale e fare ottimi affari con le produzioni belliche. Durante la guerra l’azienda dispone di due stabilimenti nel Novarese per la lavatura dei minerali e le produzioni chimiche di base, uno nei pressi di Torino per la produzione di saponi e uno in costruzione a Carrara per quella di anticrittogamici, nonché di vasti complessi minerari in Val d’Ossola, Sardegna e Calabria per l’estrazione di piriti.
Quanto alla cinematografia, Gualino costituisce nel 1934 la Lux francese e la Lux italiana, producendo l’anno successivo il suo primo film, Don Bosco, di G. Alessandrini. Attraverso il cinema ha modo di recuperare e mettere a frutto il patrimonio di contatti maturati negli anni Venti negli ambienti intellettuali (prima fra tutti la collaborazione con il musicologo G.M. Gatti, già direttore del Teatro di Torino), ma apre anche un importante canale di comunicazione con il regime, partecipando di fatto alla prima stagione di sviluppo della cinematografia nazionale, fortemente voluto dal fascismo.
Dal 1940 al 1944 compaiono nel catalogo Lux autori e titoli di tutto rispetto, alcuni di grande impegno produttivo per l’epoca (I promessi sposi di M. Camerini, La corona di ferro di A. Blasetti nel 1941, Un colpo di pistola, Zazà nel 1942 e La donna della montagna nel 1943, tutti di R. Castellani, Malombra di M. Soldati nel 1943, La freccia nel fianco di A. Lattuada nel 1944).
Ideologicamente estraneo al fascismo, legato all’ambiente dei fuoriusciti italiani in Francia, la cui frequentazione non aveva mai interrotto, così come agli ambienti della finanza anglosassone, Gualino alla fine della seconda guerra mondiale si vede restituire i diritti al possesso e all’amministrazione delle aziende da cui era stato interdetto nel 1931. Ormai anziano, conduce una vita appartata nelle sue abitazioni di Roma e Firenze, mentre le sue aziende conoscono una nuova stagione di rigogliosa crescita.
La Lux si impone nel dopoguerra come una delle maggiori case cinematografiche italiane, punto di aggregazione ed elemento propulsore di un cinema di alto livello professionale, in cui si formano molti nomi importanti della produzione italiana degli anni successivi come Carlo Ponti e Dino De Laurentiis; anche questo sviluppo, dovuto alle doti manageriali ma anche alla raffinata sensibilità culturale di Gualino, si estende all’estero, in primo luogo con l’Italian Film Export, costituita nel 1951 e rivolta principalmente verso i mercati americani. La crisi della Lux sopravviene verso la fine degli anni Cinquanta e vede Gualino, all’inizio del decennio successivo, impegnarsi in un’ultima complessa operazione di ricapitalizzazione, che fa leva sui flussi finanziari generati dalle indennità per la nazionalizzazione dell’energia elettrica.
La Rumianca diventa invece il centro di un gruppo articolato, con numerosi impianti in Italia e significative proiezioni all’estero, operando con successo, già prima del "boom" economico, in comparti di punta come la chimica di consumo (cosmetici, articoli da toeletta) e dei polimeri.
Gualino muore a Firenze nel giugno del 1964. Dopo la sua scomparsa la Rumianca e la Lux saranno assorbite dalla Sir di Nino Rovelli.

 

Risorse bibliografiche
Degli scritti di Gualino, recentemente riediti dall’editore Marsilio, si ricordano: Frammenti di vita, Milano, 1931; Uragani, Parigi, 1932; Frammenti di vita e pagine inedite, Roma, 1966. Sulla figura di Riccardo Gualino si vedano F. Chiapparino, Note per una biografia imprenditoriale di Riccardo Gualino, in Storie di imprenditori, a cura di D. Bigazzi, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 357-380; N. De Ianni, Gli affari di Agnelli e Gualino 1917-1927, Napoli, Prismi, 1998; C. Bermond, Riccardo Gualino finanziere e imprenditore: un protagonista dell’economia italiana del Novecento, Torino, Centro studi piemontesi, 2005. Gli ultimi tre studi citati contengono anche informazioni sulla documentazione archivistica esistente.