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Archivi d'impresa

CUTOLO, Teodoro

Gli amici napoletani di Salandra
La situazione si sblocca quindi con la costituzione nel 1905 dell’Ilva e la conseguente decisione della nuova società di impiantare l’altoforno a Bagnoli. Dell’Ilva Cutolo è prima sindaco (1909), quindi amministratore, nell’anno stesso dell’attivazione dell’altoforno di Bagnoli e della costituzione del trust siderurgico (1911), infine (1913) uno degli Amministratori delegati, chiamato anche a fare parte della Società ferro-acciaio, fondata dal trust nel 1911 per controllare il mercato dei suoi prodotti.
Cutolo fa anche parte del gruppo degli amici napoletani di Antonio Salandra (succeduto nel marzo 1914 a Giolitti nella Presidenza del Consiglio), i quali si adoperarono, senza molto successo, per frenare la campagna neutralista e filotedesca di Edoardo Scarfoglio. L’interventismo e la guerra sono per gli industriali napoletani e italiani dell’acciaio il coronamento dell’opera avviata per dotare l’Italia di una moderna industria pesante e per procurare a quest’ultima le commesse indispensabili al suo funzionamento.
La favorevole congiuntura determinata dalla "grande guerra" induce Cutolo a prendere iniziative finalizzate al rafforzamento delle posizioni industriali della famiglia. Così, nel 1917, trasforma in anonima l’opificio meccanico e fonderia Catello Coppola fu Antonio di Castellammare di Stabia, chiamando nel Consiglio di amministrazione il cugino Guglielmo Cutolo, al quale più tardi cederà importanti cariche, e con il quale nello stesso anno fonda l’anonima Lima (Lavorazione industriali meccaniche ed affini) e la Sufla (Società per utilizzazione delle forze latenti): quest’ultima, precorrendo i tempi, si propone la ricerca e lo sfruttamento di fonti energetiche di origine vulcanica nei Campi Flegrei. Ancora, nel 1917, partecipa in proprio e con largo impiego di capitale (500.000 lire) alla trasformazione della Miani e Silvestri di Napoli nelle rinnovate Officine meccaniche e navali.

 

Birra ghiacciata
In quegli stessi mesi l’imprenditore programma anche un piano di espansione articolato delle industrie del freddo e della birra locali. Già all’inizio del secolo il gruppo Cutolo aveva fatto il suo ingresso nella Società anonima ghiacciaie e neviere napoletane, mirando a creare un anello di congiunzione con i Magazzini generali, prima presso il porto di Torre Annunziata, poi anche presso quello di Napoli, costituiti per il deposito e mantenimento delle merci, soprattutto gli alimentari.
Durante la guerra erano state poi costituite, con l’industriale E. Carbone, due società: la prima nel dicembre 1917, Birra Carbone, ghiaccio, magazzini, frigoriferi, con l’intento di associare all’industria del freddo un prodotto in grande espansione come la birra; la seconda, nell’estate del 1918, la Società anonima industria frigoriferi meridionale, con il proposito di sviluppare l’industria delle conserve di derrate alimentari attraverso il freddo, per meglio regolare l’importazione e l’esportazione dei prodotti.
In questo cruciale 1917, Cutolo si adopera particolarmente, insieme con l’industriale elettrico Maurizio Capuano e con l’avvocato Pasquale Grimaldi, per la costituzione dell’Unione regionale degli industriali della Campania (Uri), con l’obiettivo di coordinare le richieste di un solido sostegno alla categoria da parte degli organi preposti alla Mobilitazione industriale.
La crisi di riconversione dell’immediato dopoguerra colpisce violentemente il gruppo Cutolo, soprattutto per i rilevanti interessi nei settori siderurgico e meccanico. Le società del ramo, costrette a far dipendere la loro esistenza da sempre più avare commesse statali, si avviano a un’agonia che si protrae per almeno un decennio. Altri rami di attività sono colpiti dalla crisi negli anni immediatamente successivi, come l’industria del freddo nel 1923-24, mentre resiste meglio alle difficoltà lo Iutificio napoletano, del quale Capuano è presidente dal 1919, dopo la morte di Roberto Wenner, con cui aveva fondato nel 1906 la società. Lo Iutificio, attraverso «una politica decennale di austero raccoglimento», riesce, all’inizio del 1929, ad elevare il proprio capitale da 3 a 4,75 milioni. Non certo secondaria per importanza e sicuramente lucrosa sul piano economico è la costituzione della Società farmochimica Cutolo-Ciaburri, in un ramo nuovo per il gruppo. Si tratta di uno stabilimento che mira a sfruttare lo sviluppo delle industrie di preparazione e smercio dei prodotti chimici e farmaceutici. La società, costituita inizialmente con capitale di 500.000 lire, eleva nel 1920 il capitale a 1 milione, espandendosi successivamente con rapidità.