Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CAMPAGNOLO, Getullio (Tullio)

Tullio Campagnolo durante il Gran Premio della Vittoria, 11 novembre 1927 (Campagnolo srl, Archivio fotografico).

 
 

Vicenza, 26 agosto 1901 - Vicenza, 1° febbraio 1983

Dopo la scuola elementare frequenta i corsi di apprendista meccanico alla Scuola d’arti e mestieri di Vicenza e vince, a 17 anni, un concorso per allievo macchinista nelle ferrovie. Dopo un breve periodo di lavoro, svolge il servizio militare a Modena in artiglieria e, tornato a Vicenza, assume la gestione della bottega di famiglia, un esercizio di ferramenta. Nel tempo libero Campagnolo coltiva la passione per il ciclismo: partecipa con discreto successo a competizioni dilettantistiche, si iscrive al Veloce club di Vicenza, già attivo dal 1901, e vince, nel 1928, una gara preolimpica.
La necessità di seguire l’attività del negozio di ferramenta lo costringe a rinunciare alla carriera sportiva, ma decide di mettere a frutto l’esperienza maturata durante le corse, in particolare quelle sui percorsi di montagna, durissime anche a causa delle difficoltà tecniche di manutenzione della bicicletta, in caso di foratura o provocate dal freddo e dal fango al sistema totalmente manuale del cambio.
All’epoca, i corridori impiegano alcuni minuti per smontare la ruota fissata con i “galletti” e sostituire il tubolare danneggiato; per cambiare rapporto, invece, devono trovare un tratto di strada in cui sia agevole allentare la catena, invertire la pedalata, deviare la catena da un pignone all’altro, ritenderla e finalmente riprendere la corsa.

 

Ruotismi di precisione
La prima innovazione messa a punto da Campagnolo - e ancor oggi in uso - è il bloccaggio rapido per permettere al corridore un veloce e sicuro montaggio-smontaggio della ruota. Dopo molteplici tentativi, deposita nel 1930 il suo primo brevetto di «ruotismi di precisione e accessori per il ciclo». Nel 1933 presenta alla corsa Tre Valli Varesine il primo cambio, poi ulteriormente perfezionato, che grazie all’utilizzo di un mozzo con perno dentato, spostabile in parallelo sul forcellino a cremagliera, elimina al corridore la fatica di allentare e tendere la catena.
Nonostante l’iniziale opposizione della famiglia, la quale vede nei tentativi di Campagnolo uno spreco di tempo e di risorse, il corridore-artigiano costituisce nel 1933 l’impresa a suo nome e continua a perfezionare i meccanismi brevettati, finché tra il 1937 e il 1938, grazie anche al sostegno finanziario di alcuni amici, il nuovo “cambio a bacchetta” viene prodotto con regolarità. Campagnolo riversa sul prodotto tutta la sua esperienza di sportivo dilettante, non trascurando di ricorrere all’esperienza e ai consigli dei più famosi corridori dell’epoca – tra cui Costante Girardengo, più volte invitato a esaminare le creazioni dell’artigiano vicentino –, e mantiene uno stretto rapporto con il mondo delle competizioni. È soprattutto tra i piccoli produttori, negozianti e assemblatori attenti e aperti all’evoluzione tecnica del mezzo ciclistico, che Campagnolo trova inizialmente maggiore interesse e possibilità di sperimentare e diffondere le sue innovazioni.