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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CUTOLO, Teodoro

Napoli, 4 gennaio 1862 - Napoli, 23 ottobre 1932

Si forma nell’azienda del padre Carlo, una società di rappresentanza di prodotti agricoli e industriali, poi specializzatasi nel commercio di ferro e di ferramenta grazie agli stretti rapporti d’affari con l’industriale e finanziere ebreo Massimo Levi.
La svolta nella storia degli affari di famiglia si ha, alla fine del secolo XIX, con l’acquisto del pacchetto di controllo della Banca popolare di Napoli e di una partecipazione nella Società d’assicurazioni diverse (Sad): la prima, un’anonima costituita nel 1882, che nel 1899 si era trasformata in una banca di credito industriale; la seconda, uno dei più antichi istituti di credito napoletani, noto anche come Banca Filangieri.
L’industria molitoria e pastaria di Torre Annunziata, condotta ancora con sistemi familiari, è scossa alla fine del secolo da una grave crisi di carattere soprattutto finanziario, causata dagli enormi debiti contratti per l’ammodernamento degli impianti, non compensati da un sufficiente aumento degli utili. Con l’intervento della Sad, di Levi e dei Cutolo, si procede a una radicale riorganizzazione, basata sull’accollo dei debiti e sulla costituzione di cinque società anonime.
Il controllo dell’industria pastaria da parte di Cutolo e del gruppo è solo un momento di una manovra a più largo raggio che tende a impadronirsi di tutte le leve economiche della cittadina vesuviana. Tale manovra si sviluppa con il controllo parallelo dell’acquedotto e con la trasformazione della Società anonima ferroviaria Napoli-Ottaiano nella Società anonima strade ferrate secondarie meridionali (1901).
In tutta questa vicenda Cutolo, oltre ad apparire come sindaco della Società delle strade ferrate secondarie meridionali, figura nel Consiglio di amministrazione della Società napoletana per imprese elettriche (fondata nel 1899), e come il più grande azionista ed amministratore della Società per applicazioni di energia elettrica, costituita nel 1903 con sede in Torre Annunziata.

 

Il risorgimento economico di Napoli
Con la nascita di quest’ultima società si completa il controllo di tutte le industrie dei servizi della cittadina vesuviana nella prospettiva non solo di produrre e distribuire energia elettrica per i consumi domestici, ma di sostituire con forza motrice elettrica i motori dei molini e pastifici gestiti. L’esercizio di questi ultimi si rivela, però, molto più difficile del previsto: problemi di natura soggettiva, dovuti alla conflittualità dei lavoratori, costituiscono per Cutolo, che ha assunto la Presidenza dell’Associazione degli industriali di Torre Annunziata, l’occasione di proporre una linea politica di dura contrapposizione con i sindacati. Questa strategia, è sostenuta soprattutto dal quotidiano «Il Mattino», che nel 1903 è passato nel controllo di Cutolo attraverso la Società editrice.
Nella sua qualità di principale esponente dell’economia e dell’organizzazione degli industriali di Torre Annunziata, Cutolo è il più vigoroso sostenitore della fondazione di un’industria siderurgica a ciclo integrale nel Napoletano. Dalle colonne del quotidiano «Il Mattino», nell’agosto del 1903 critica il disegno di legge governativo sul “risorgimento economico” di Napoli, che non prevede alcuna agevolazione nel settore siderurgico. Sottoposto alla pressione congiunta della stampa locale, della Camera di commercio e delle forze politiche ed economiche, il Governo inserisce nel disegno di legge un articolo aggiuntivo, che impone alla società concessionaria delle miniere elbane di riservare una parte del minerale, fino ad un tetto di 200 mila tonnellate, agli industriali «aventi stabilimenti nelle provincie meridionali ed a preferenza in quella di Napoli».