Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

GALBANI, Egidio

Insegna della Società anonima Egidio Galbani di Melzo, 1920 ca. (Museo del marchio italiano)

 
 

Sull'onda del successo del Bel paese l'attività di Galbani aumenta ulteriormente sino a richiedere un ingrandimento degli impianti con la costruzione di un vero e proprio stabilimento su base industriale. La nuova unità produttiva di Melzo è realizzata ricorrendo sia al credito bancario sia, in misura maggiore, all'autofinanziamento: si tratta di uno stabilimento dotato di tecnologie d'avanguardia, integrato, dove all'attività di produzione vera e propria, svolta in locali a temperatura controllata, si affiancano magazzini e ricoveri per carri e cavalli che assicurano il continuo flusso della materia prima necessaria per le lavorazioni. La Galbani si occupa di tutte le fasi del processo produttivo, dall'acquisto del latte alla produzione di formaggi di prima e seconda scelta, i cui scarti erano poi impiegati nell'allevamento di suini. Rilievo ugualmente importante ricopriva, a valle, la struttura della rete di vendita imperniata su depositi e rappresentanze incaricate della capillare distribuzione del prodotto su tutto il territorio di vendita.
Alla vigilia del primo conflitto mondiale la Galbani è un'azienda di primaria importanza che a buon diritto rientra nel novero degli stabilimenti mobilitati per la fornitura di derrate alle truppe e che avvia anche esportazioni di una certa consistenza verso l'estero.
Il campionario dei prodotti dell'azienda si presenta variegato: a formaggi di prima scelta si affiancano altri di seconda e terza scelta, venduti a prezzo molto contenuto. Alle robiole si sono infatti aggiunti cremini, quartiroli, formaggi a pasta dura di vario tipo, oltre, naturalmente, al Bel paese, che occupa ormai incontrastato il primo posto tra i formaggi più diffusi a livello nazionale. La precoce attenzione alla comunicazione (attuata attraverso l'uso di cataloghi aziendali, rivolti principalmente ai negozianti e ai dettaglianti) traspare dalla cura degli involucri, raffiguranti scene di vita pastorale valsassinese, con in primo piano una fanciulla vestita con il tradizionale costume locale (la guarnitura di spadini ai capelli, il grembiule, le pianelle o gli zoccoli), con un esplicito richiamo alla Lucia Mondella dei Promessi sposi.

 

L'accumulazione di consistenti profitti porta all'ulteriore incremento delle dotazioni infrastrutturali e della capacità produttiva. Alla fine della guerra lo stabilimento principale di Melzo segna una capacità giornaliera di 300 quintali di latte lavorato, con soluzioni tecniche avanzate sia per la forza motrice sia per gli impianti di refrigerazione. L'espansione incessante obbliga Galbani ad accettare l'apporto di capitale esterno: nel 1920 viene costituita la Società anonima Egidio Galbani, con 2 milioni di capitale, sede a Milano e uffici amministrativi a Melzo. Presidenza e vicepresidenza sono riservate a Galbani e al fratello minore Giuseppe (1864-1931), mentre il ruolo di consigliere delegato è affidato a Rinaldo Invernizzi, principale esponente di un'altra famiglia valsassinese di casari trasferitasi in pianura, probabilmente già da qualche tempo in rapporti d'affari con lo stesso Galbani. Il controllo dell'azienda resta quindi saldamente nelle mani dell'imprenditore che, con il fratello Giuseppe, possiede i 2/3 delle azioni e continua a condurla in prima persona, coadiuvato direttamente dai soci e dai familiari. Nel 1922 l'impresa raggiunge dimensioni ragguardevoli, con 11.500 quintali di formaggio prodotti, di cui 800 esportati, e 95.000 quintali di latte lavorato nei tre stabilimenti di Melzo, Scaldasole e Villareggio. A fronte di una domanda in continua crescita, Galbani imbocca ancora la strada dell'espansione produttiva, anche perché la stagionatura, e non tanto la produzione in sé, si rivela progressivamente una vera e propria strozzatura in grado di rallentare seriamente la connessione tra l'impresa e il mercato.