Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

Dal nome di ciascuna città si accede alla cronologia del territorio, elaborata dall'Università Bocconi nell'ambito del Progetto Nazione, Territori, Imprese.

  • Genova 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Genova 1861 - 1896: Prima dell'industria

    La politica di modernizzazione dello Stato sabaudo e la presenza in Italia di tecnici e imprenditori anglosassoni favoriscono gli esordi dell'industria meccanica negli anni dell'Unità. Il settore manifatturiero si irrobustisce negli anni Ottanta, grazie alle politiche protezionistiche e alle commesse pubbliche che stimolano in particolare i comparti siderurgico e della meccanica pesante.
  • Milano 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Milano 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Dopo l'Unità, Milano consolida la sua struttura produttiva, caratterizzata da una matrice industriale polisettoriale, con una forte proiezione internazionale, fondata soprattutto sulle esportazioni di seta, cui via via si affiancano quelle cotoniere e meccaniche. Dopo una grave crisi a inizio decennio, gli anni Novanta si chiudono all'insegna di una ritrovata prospettiva di sviluppo.
  • Napoli 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Napoli 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Dopo l'Unità, Napoli vive in pieno la crisi di città ex capitale del Regno. Gli effetti dell'unificazione del Paese non incoraggiano la crescita dell'economia. Numerose sono tuttavia le iniziative imprenditoriali, specialmente del capitale straniero, soprattutto nel settore meccanico e in quello edilizio.
  • Parma 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Parma 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Dopo l'Unità, matura la consapevolezza di un forte ritardo dell'economia del territorio. Come attesta l'Inchiesta agraria condotta dalla Commissione parlamentare presieduta da Stefano Jacini e terminata nel 1884, le campagne parmensi sono caratterizzate dall'arretratezza dei metodi di coltivazione anche nelle aree più fertili della pianura. Le poche industrie presenti nel territorio hanno un carattere artigianale, lavorano prevalentemente per la corte ducale, e vengono fortemente indebolite dall'apertura dei traffici commerciali.
  • Pescara 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Pescara 1861 - 1896: Prima dell'industria

    L'evento più significativo per la storia di Pescara nei primi anni dopo l'Unità è l'apertura dei tratti ferroviari che dal 1863 collegano il centro abruzzese con Ancona, Foggia e Roma; essi rappresentano il motore dello sviluppo commerciale e industriale della città e uno stimolo per la classe imprenditoriale locale.
  • Recanati-Osimo-Castelfidardo 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Recanati-Osimo-Castelfidardo 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Il censimento del 1881 mostra come le Marche siano, dopo l'Umbria, la Regione italiana con il più alto tasso di attività agricola. A dominare le campagne marchigiane è, da vari secoli, la mezzadria, un rapporto di produzione che influenza e caratterizza non solo l'economia, ma anche gran parte della vita sociale di questo territorio. L'industria occupa uno spazio largamente minoritario, nel quale rivestono un certo rilievo la lavorazione manifatturiera di alcune materie prime di origine agricola come il corno, usato per la fabbricazione di pettini e tabacchiere, e particolari produzioni artigianali, fra cui quella degli strumenti musicali.
  • Taranto 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Taranto 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Al momento dell'unificazione, l'agricoltura, la pesca, alcune manifatture artigianali e i traffici mercantili costituiscono le principali attività economiche dell'area. La successiva decisione di rilanciare la presenza italiana nello scacchiere mediterraneo conduce alla progettazione di un nuovo Arsenale per la costruzione e la manutenzione della flotta e l'ubicazione del secondo Dipartimento militare marittimo del Regno; l'insediamento dà inizio a un processo di industrializzazione che non presenta alcun rapporto con le attività produttive preesistenti.
  • Torino-Ivrea 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Torino-Ivrea 1861 - 1896: Prima dell'industria

    La perdita dello status di capitale dopo quattro secoli è per la città un duro colpo: non più centro politico-amministrativo e non ancora centro industriale, Torino stenta a trovare nei decenni postunitari una fisionomia economica definita. L'economia regionale è colpita dalla crisi agricola (risicoltura e setificio), dalla "guerra doganale" con la Francia – il maggior partner commerciale – e dalla crisi finanziaria e bancaria che vede coinvolti gli istituti di credito cittadini. Mostrano però vitalità alcuni comparti della nascente industria (cotonificio e lanificio) e il vivace tessuto artigianale cittadino e il dinamismo delle élite finanziarie costituiscono il terreno favorevole per l'insediamento dell'industria meccanica alla fine del secolo.
  • Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

    All'indomani dell'annessione del Veneto al Regno d'Italia (1866), Venezia attraversa una profonda crisi economica e sociale, risalente in larga parte dal periodo in cui era soggetta all'Austria. Fra i decenni 1860 e 1870 il comparto industriale è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese concentrate nei settori tradizionali, nonostante sia presente una continua spinta verso l'internazionalizzazione, grazie all'espansione portuale. Un ruolo importante è assunto dal capitale e dall'imprenditoria stranieri, con investimenti in infrastrutture e attività finanziarie.
  • Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

  • Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

  • Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

    Venezia-Mestre 1861 - 1896: Prima dell'industria

  • Genova 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    Genova 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    Nell'età del "decollo" l'espansione del settore manifatturiero è notevole, e Genova diviene a pieno titolo uno dei poli del "triangolo industriale" italiano. Accanto ai comparti ormai solidi della cantieristica e della siderurgia si avviano nuove iniziative in campi quali l'elettrotecnico, mentre rimane fragile la realtà dell'industria leggera. Forte è sempre la dipendenza dalle commesse statali, che si accentua negli anni della Prima guerra mondiale, allorché il contributo dell'industria genovese alla produzione bellica è eccezionale.
  • Milano 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    Milano 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    Grazie alla disponibilità di una nuova fonte di energia, l'elettricità, Milano vede sorgere una serie di grandiosi stabilimenti, i cui nomi – Pirelli, Breda, Marelli, Officine meccaniche, Alfa Romeo – rappresentano altrettanti capitoli nella storia dell'industria italiana. Per la capitale morale del Paese sarà una straordinaria fase di crescita, drammaticamente sospinta, negli ultimi anni, dall'emergenza bellica.
  • Napoli 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Napoli 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Constatata la perdita di peso del Meridione nel primo quarantennio post-unitario, Francesco Saverio Nitti avvia una feconda riflessione sulla realtà economica italiana. Sostenuta dal capo del governo Giovanni Giolitti, ha inizio la stagione della legislazione speciale per Napoli e per il Mezzogiorno, che favorisce la costruzione dello stabilimento siderurgico dell'Ilva a Bagnoli, l'avvio di numerose iniziative nella zona franca di San Giovanni a Teduccio e la riorganizzazione dei settori tessile ed alimentare. Durante la grande guerra Napoli dà un contributo importante alla mobilitazione attraverso un rapido quanto fugace rigonfiamento industriale.
  • Parma 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    Parma 1896 - 1918: La prima industrializzazione

    È una fase di grande crescita. Le istituzioni agrarie incentivano la diffusione dei concimi chimici, delle piante foraggere e la sostituzione del mais con la coltivazione della barbabietola da zucchero e del pomodoro. All'inizio del secolo si moltiplicano i caseifici, i salumifici, le industrie molitorie, i pastifici e gli esercizi per la trasformazione del pomodoro. Si tratta nella quasi totalità di piccoli, talvolta piccolissimi, impianti, per lo più a conduzione familiare.
  • Pescara 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Pescara 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Nel Pescarese si consolida lo sviluppo dei settori industriali tradizionali; nel 1907 e nel 1912 sono realizzate due centrali idroelettriche sul fiume Pescara. È in corso un importante processo di urbanizzazione e, nel 1905, nasce un progetto per la sistemazione del porto canale che completa il corredo infrastrutturale della città.
  • Recanati-Osimo-Castelfidardo 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Recanati-Osimo-Castelfidardo 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Negli anni in cui l'Italia – in particolare, quella nord-occidentale – vive il suo "decollo industriale", le Marche registrano importanti progressi sul versante manifatturiero. Si assiste, fra l'altro, al consolidamento del settore metalmeccanico (Benelli a Pesaro, Cecchetti a Civitanova Marche, fabbricazione di macchine agricole a Jesi), all'impianto di cementifici di grandi dimensioni, alla comparsa della moderna industria chimica (fertilizzanti) e all'esplosione del comparto degli strumenti musicali (Castelfidardo). Quest'ultimo beneficia, in particolare, della crescente domanda estera espressa dagli emigranti. L'emigrazione ha un importante ruolo anche nel sostegno all'attività manifatturiera svolta a Recanati dalla famiglia Guzzini, che a cavallo della grande guerra è impegnata nella produzione di articoli in corno per fumatori.
  • Taranto 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Taranto 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    La conclusione dell'avventura coloniale sul Mar Rosso rallenta per circa un decennio i ritmi della industrializzazione statal-militare avviata con la nascita dell'Arsenale. La guerra di Libia, la costruzione dei cantieri navali della Franco Tosi e, l'anno successivo, lo scoppio del conflitto mondiale aprono per la città una nuova fase di crescita industriale e di espansione demografica legate all'economia di guerra.
  • Torino-Ivrea 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Torino-Ivrea 1896 - 1918: La prima industralizzazione

    Nell'arco di venti anni si consolida un assetto economico polisettoriale e complesso, che farà di Torino uno dei vertici del "triangolo industriale", in un territorio che ospita una variegata proliferazione di imprese: si assiste allo sviluppo delle Officine di Savigliano (materiale ferroviario ed elettromeccanico), delle Officine Diatto e della Spa, Società Piemontese Automobili Ansaldi-Ceirano (mezzi di trasporto e macchine utensili), della produzione di materiali elettrici (Morelli, Franco e Bonamico), del settore tessile e di quello tipografico (Nebiolo), della trasformazione alimentare (Cirio, Martini e Rossi, Gancia e Cinzano) e della produzione di biciclette (Bianchi). L'indubbio primato del settore meccanico e del comparto automobilistico in particolare (Fiat e Lancia, Itala, Ceirano, Spa, Pininfarina) cresce grazie alla disponibilità di capitali, alla ricerca di occasioni di investimento dopo gli anni della grande depressione, in un ambiente culturale fecondato dalla attività del Politecnico, e alla diffusa presenza di abilità tecniche maturate in precedenti esperienze artigianali e manifatturiere. La "cintura" vede l'espansione delle imprese ausiliarie e dell'indotto Fiat (Tedeschi, Zerbini, Michelin, Microtecnica), mentre la città cambia volto, con fabbriche, case operaie e uffici, biciclette, tramway e illuminazione elettrica. A Ivrea, nel Canavese, ha inizio l'avventura imprenditoriale della Olivetti.
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