PIAGGIO, Enrico
Già nel 1944 a Biella, dove erano sfollati gli impianti di Pontedera, tecnici e ingegneri avevano lavorato alla costruzione di un piccolo scooter, l'MP5, battezzato dagli stessi operai Paperino, per la sua strana forma. Nel 1945, a guerra finita, Piaggio accompagna D'Ascanio a Biella e ha modo di esaminare questo prototipo: rimane colpito dall’idea di un veicolo piccolo e leggero, ma non è soddisfatto del risultato ottenuto; incarica quindi l’ingegnere di riprogettare lo scooter sviluppando l'idea di un mezzo di trasporto agile che possa avere un ampio impiego e risponda alla domanda di mobilità individuale espressa dagli italiani all’indomani del conflitto bellico. In poche settimane D’Ascanio porta a termine il progetto di un motoveicolo con scocca portante, motore di 98 cc. a presa diretta, cambio sul manubrio per facilitare la guida, senza forcella ma con un braccio di supporto laterale, tale da consentire agevolmente il cambio della ruota in caso di foratura, costruito con materiali resistenti e leggeri, derivati dalla produzione aeronautica.
Enrico Piaggio festeggia la produzione della milionesima Vespa, 1956 (Archivio storico Piaggio, Pontedera, Fondo Fotografico)
Nel 1950 le prime aziende licenziatarie avviano la produzione dello scooter in Inghilterra, in Germania, in Spagna e in Francia, e già nel 1953 la rete commerciale della Piaggio è presente in 114 paesi in tutto il mondo, con oltre 10.000 punti vendita. Insignito della laurea in ingegneria honoris causa dall’Università di Pisa nel 1951, Piaggio punta nella seconda metà degli anni Cinquanta a espandere la presenza dell’impresa al settore automobilistico, avviando gli studi per la produzione di una microvettura. Il risultato è la Vespa 400, una piccola automobile con un motore di 400cc, progettata ancora una volta da D'Ascanio, che viene presentata per la prima volta a Montecarlo nel settembre del 1957. Le linee di produzione vengono approntate a Fourchambault, nello stabilimento della Ateliers de Construction de Motocycles et Automobiles (ACMA), una consociata francese dell’azienda italiana. Prodotta in circa 34.000 esemplari fra il 1958 e il 1964, la Vespa 400 non si rivela però quel successo commerciale atteso da Piaggio, soprattutto a causa della decisione di non importarla in Italia, per evitare rapporti conflittuali con la Fiat; questa scelta obbliga l’impresa a operare in una situazione di difficile concorrenza sui mercati europei.
Nel febbraio 1964 i due fratelli Piaggio giungono a una consensuale separazione dei rami dell'impresa: nascono la Piaggio & C., che si occupa di ciclomotori, e la Industrie aeronautiche e meccaniche Piaggio (IAM), centrata sulle costruzioni aeronautiche e ferroviarie, giacché quelle navali sono ormai marginali.
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