Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

MERLONI, Aristide

Nel 1930 Aristide Merloni, con circa 12.000 lire di risparmi, poté iniziare ad Albacina, presso Fabriano, l'attività di produzione di bilance in una sorta di piccola rimessa, con cinque-sei dipendenti, 1930 (Fondazione Aristide Merloni)

 
 

Albacina (AN), 24 ottobre 1897 - Fabriano (AN), 19 dicembre 1970

Figlio di Antonio, piccolo proprietario fondiario, nasce ad Albacina, un borgo rurale a dieci chilometri da Fabriano, dove frequenta la scuola elementare; prosegue l'istruzione superiore all'istituto industriale Montani di Fermo: nel 1916 si diploma perito industriale e poi parte per il fronte come fante del Genio.

Dopo la guerra prende la decisione di emigrare alla ricerca di opportunità che l'economia marchigiana non offre. Nella sua formazione intellettuale sono presenti gli echi del socialismo paterno, della religiosità della madre e del cattolicesimo progressista con cui è entrato in contatto negli anni da studente a Fermo.
Merloni si stabilisce in Piemonte, dove trova impiego alla fabbrica Buroni, a Pinerolo, che produce bascule, stadere e altri strumenti per pesare. Qui compie una rapida ascesa professionale e, nel 1925, diventa direttore dello stabilimento.
Torna al paese natale nel 1930 con circa 12.000 lire di risparmi e avvia una piccola fabbrica meccanica per la produzione di bilance. Trasferisce poi l'attività a Fabriano dove, nel 1933, costituisce la Società anonima Aristide Merloni (SAMA); nel nuovo stabilimento lavorano una quarantina di dipendenti e il fatturato annuo, di appena 80.000 lire nel 1931, raggiunge il mezzo milione nel 1938. Nel periodo bellico l'impianto è devastato dai bombardamenti, da un incendio, dalle asportazioni da parte delle truppe tedesche e Merloni è costretto a cessare la produzione. Prima della liberazione la fabbrica viene requisita dal comando alleato e adibita a vari usi successivi: stazione radio, autorimessa, deposito di grano.
Nella fase di avvio della sua azione imprenditoriale Merloni porta avanti anche l'impegno civile: è presidente dell'Azione cattolica di Fabriano e frequenta gli esponenti dell'antifascismo cattolico cittadino. Nel luglio del 1943 è nominato presidente della locale Cassa di risparmio. Egli rappresenta, nel clima di disfatta militare e politica del regime, un credibile uomo di transizione: negli anni della ricostruzione, al vertice della banca finanzia la ripresa dell'attività economica e i programmi per le case popolari.
 

Aristide Merloni con Enrico Mattei durante la cerimonia di inaugurazione dello stabilimento di bombole per gas di Matelica, 1954 (Fondazione Aristide Merloni)

 
 
Nell'immediato dopoguerra la preoccupazione principale dell'imprenditore è trovare un mercato per i suoi prodotti, la cui fabbricazione può essere riavviata con relativa facilità, e nel 1949 una nuova, ampia commessa delle Ferrovie dello Stato per 60 pese a ponte rilancia il ritmo di attività dell'impianto.
La svolta nell'impegno politico di Merloni avviene nel 1951, quando, come capolista della Democrazia cristiana alle elezioni amministrative, viene eletto sindaco. Lascia così la carica di presidente della Cassa di risparmio per incompatibilità con la posizione di amministratore comunale. A fine mandato, grazie anche a generosi contributi straordinari dello Stato, il sindaco "bianco" può ostentare un bilancio in pareggio, caso raro in quegli anni.
Agli inizi degli anni Cinquanta la Merloni è la principale ditta italiana produttrice di strumenti per pesare a uso industriale, con un'occupazione di circa 60 operai, e copre il 60% del mercato nazionale delle bascule. L'incontro con Enrico Mattei,, originario di Matelica (in provincia di Macerata), presidente dell'ENI dal 1953, gli offre la prospettiva di una diversificazione produttiva. Prende così forma l'idea di produrre bombole per gas.
Con la prospettiva di una iniziale commessa da parte dell'Agipgas, società dell'ENI, Merloni decide nel 1954 di costruire una nuova fabbrica a Matelica: a regime la produzione si attesta sulle 10.000 bombole al giorno, un livello che procura larghi profitti e consente di conquistare, in breve tempo, il 25% del mercato nazionale (nel 1970, con una quota del 60% del mercato, la Merloni sarà impresa leadernazionale nella produzione di bombole per gas liquefatto).
Profitti e know how realizzati nei comparti meccanici (bombole e bilance) rappresentano la base per gli ulteriori sviluppi dell'impresa. Con le bombole, la direzione di marcia del processo di diversificazione produttiva è chiaramente tracciata: sul versante tecnico, la carpenteria metallica e la piegatura delle lamiere portano dalla produzione di bombole agli scaldacqua e alle vasche da bagno. La stessa cosa vale per il procedimento di smaltatura che, appreso con gli apparecchi di cottura, viene applicato alle produzioni di mobili da cucina e di vasche da bagno. Il mercato offre in questo momento le opportunità per l'espansione.
In questa delicata fase di espansione e diversificazione, impresa e politica continuano a intrecciarsi nella vicenda biografica di Merloni: è riconfermato sindaco ed eletto consigliere provinciale nel 1956. Nel 1957, dopo un periodo di malattia, rinuncia all'impegno amministrativo locale, ma la sua partecipazione alla vita politica sarà continua, fino all'elezione a senatore per la Democrazia cristiana marchigiana (dal 1968 al 1970).