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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

DANIELI, Cecilia

Inaugurazione dell'impianto per la produzione di aste di perforazione a Sumy in Ucraina, 1989 (Danieli & C. Officine Meccaniche spa)

 
 

Udine, 22 luglio 1943 - Aviano (Pordenone), 17 giugno 1999

Discendente di una dinastia di imprenditori siderurgici il cui fondatore Mario, originario della Valsugana, aveva avviato a Brescia nel 1914 assieme al fratello Timo le Acciaierie Angelini, una delle prime in Italia ad utilizzare i forni elettrici ad arco per la produzione dell’acciaio. Mario Danieli si era poi separato dal fratello nel 1929 e aveva trasferito parte dell’attività a Buttrio, nei pressi di Udine, avviando la produzione di attrezzature per la lavorazione dell’acciaio e macchine ausiliarie per gli impianti di laminazione. Il padre Luigi aveva assunto la direzione dell’impresa di famiglia, rinominata Danieli &C. Officine Meccaniche SpA, nel dopoguerra, scegliendo ben presto di abbandonare la produzione di macchinario generico per l’industria meccanica e di concentrarsi nel solo settore delle attrezzature per l’industria siderurgica, ponendo così le basi per la crescita dimensionale e tecnologica dell’impresa, che alla fine degli anni Settanta contava già oltre 1500 dipendenti e un fatturato di circa 120 miliardi di lire.

 

Cecilia Danieli incontra il Presidente degli Stati Uniti d'America George H.W. Bush, 1989 (Danieli & C. Officine Meccaniche spa)

 
 

Alla guida dell’impresa: specializzazione produttiva e innovazione tecnologica

Cecilia, laureatasi in Economia e commercio all’Università di Trieste nel 1969, fa il suo ingresso ai vertici della Danieli & C. nel 1977 come responsabile dell’attività finanziaria-amministrativa. A partire dal 1980, in qualità di direttore generale, mostra un notevole dinamismo imprenditoriale e riesce a sfruttare con successo le opportunità offerte dalla crescente diffusione a livello internazionale delle miniacciaierie, piccoli impianti specializzati nella produzione di acciaio a partire dalla rifusione dei rottami e con l’impiego di forni elettrici. Nel 1983 viene acquisita la prima importante commessa in Unione Sovietica (in collaborazione con l’austriaca Voest-Alpine), seguita negli anni successivi da altre in URSS e nel Nord Africa. Nel 1985 viene completato negli Stati Uniti il primo impianto per la fusione e la laminazione diretta di prodotti siderurgici “lunghi” – fili, barre, travi – particolarmente impiegati nel settore edilizio. 
Cruciale nella costruzione del vantaggio competitivo della Danieli & C. è la capacità di realizzare impianti ad alto tasso di automatizzazione, i cui componenti principali sono progettati, sviluppati e costruiti completamente all’interno dell’impresa. La chiave del successo dell’impresa è però la riduzione dei costi di produzione dell’acciaio: negli impianti progettati e assemblati nella seconda metà degli anni Ottanta il consumo di energia passa da circa 500 a 320 kWh per tonnellata prodotta, mentre la produzione di acciaio liquido passa da 0,4 a 1 tonnellata per MW installato.
Accanto al raggiungimento di più elevate soglie tecnologiche, un altro cardine della strategia di Cecilia è costituito dalla specializzazione produttiva. L’azienda di Buttrio si orienta verso la progettazione di unità relativamente piccole (con produzione fino al milione di tonnellate all’anno), fornite “chiavi in mano” e fortemente specializzate in base alle differenti necessità dei consumatori finali di semilavorati d’acciaio, fattore che permette a questi ultimi di ottenere forti risparmi rispetto ai costi di rilavorazione necessari per utilizzare nelle stesse produzioni i semilavorati standardizzati della grande siderurgia.