Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

UCELLI, Guido

Guido Ucelli, anni Venti (Famiglia Ucelli, Archivio privato).

 
 

Piacenza, 25 agosto 1885 - Milano, 23 agosto 1964

Nasce in una famiglia di modesta agiatezza (il padre è un impiegato del dazio). Terminati gli studi liceali, lascia Piacenza e si iscrive al Politecnico di Milano, laureandosi nel 1909 in Ingegneria elettrotecnica. Inizia subito a lavorare in una delle maggiori imprese meccaniche milanesi, le officine Riva. Nata nel 1889 come evoluzione di precedenti attività, la Riva si era specializzata nella costruzione di turbine idrauliche, un settore a cui lo sviluppo dell’industria idroelettrica aveva aperto allettanti prospettive. Dopo un avvio difficile, a partire dal 1896, quando ottiene la commessa per la fornitura di turbine per la centrale elettrica della Edison – guidata da Carlo Esterle – a Paderno sull’Adda, la Riva si afferma rapidamente come l’impresa leader nel settore.
Entrato come giovane ingegnere destinato all’ufficio tecnico, Ucelli si fa presto notare, ottenendo la fiducia dell’ingegner Alberto Riva: questi nel 1911 gli affida il compito di sovrintendere all’organizzazione della sezione pompe idrauliche, che insieme alle turbine costituiscono da quel momento la specialità della ditta. Sono anni di intenso lavoro, segnati dall’incontro con la giovanissima Carla Tosi, figlia ed erede del fondatore dell’omonima impresa, l’ingegner Franco Tosi, assassinato il 25 novembre 1898 nei pressi della stazione ferroviaria di Legnano da un suo operaio. Nonostante le resistenze dei fratelli di Carla, la cui quota parte dell’eredità paterna è di circa un milione e mezzo di lire, i due si sposano nel marzo del 1914. Dopo il matrimonio, Ucelli lascia la Riva per farvi ritorno pochi mesi più tardi come vicedirettore generale e membro del consiglio di amministrazione della società, nel frattempo divenuta una anonima. Da questo momento la sua vita professionale si gioca tutta al’interno della Riva, di cui in breve assume la direzione e il controllo.

 

Alternative alla guerra
Allo scoppio della Prima guerra mondiale l’azienda viene dichiarata stabilimento “ausiliario”, ma dopo un non brillante tentativo di convertirsi alla produzione di proiettili, viene deciso di non impegnarsi nella produzione bellica, una scelta premiata dalla ripresa delle costruzioni elettriche dopo l’approvazione, nel 1916, del decreto Bonomi sulle derivazioni delle acque pubbliche. Forte di una invidiabile solidità patrimoniale e di un consolidato know-how, nel corso del 1918 la Riva deve difendersi dai tentativi di acquisizione da parte di potenti gruppi come l’Ansaldo, la Breda e, infine, la stessa Franco Tosi, alla ricerca di nuovi settori di espansione di fronte al venir meno della produzione bellica. In questo frangente Ucelli si trova a contrastare una parte degli azionisti, consapevoli della sproporzione delle forze in campo e disposti a cedere il controllo aziendale. Riesce a salvaguardare l’autonomia della Riva attraverso un aumento di capitale sottoscritto dai rappresentanti dei maggiori gruppi elettrici, a cominciare da Ettore Conti, che sarà a lungo presidente dell’azienda, e Giuseppe Volpi, interessati a mantenere un rapporto di stretta collaborazione con il più importante fabbricante di turbine. Da questo momento, posta la società al sicuro dal rischio di nuove aggressioni, Ucelli si impegna in una profonda riorganizzazione dell’impresa a cui dà una dimensione compiutamente industriale. Al profondo rinnovamento degli impianti e del macchinario si accompagna una razionalizzazione progressiva del lavoro, pur senza arrivare a una produzione standardizzata, inconcepibile per un prodotto come la turbina, la cui costruzione deve essere calibrata alle esigenze dei singoli impianti elettrici. Accanto alla riorganizzazione produttiva, Ucelli pone grande attenzione allo sviluppo di un articolato sistema di welfare aziendale – mutua interna, colonia per i figli dei dipendenti, borse di studio e scuola aziendale –, che sarà uno dei tratti distintivi della sua lunga direzione.