Ministero della Cultura - MIC-Direzione generale archivi

Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

CAPRONI, Giovanni Battista (Gianni)

Cartolina pubblicitaria con foto del triplano "Caproni" affiancato dai ritratti di Gianni Caproni e del Capitano Silvio Resnati, 1915 ca. (Archivio privato).

 
 

Arco (TN), 3 luglio 1866 - Roma, 29 ottobre 1957

Figlio di Giuseppe, geometra e piccolo possidente, il giovane Caproni manifesta presto una spiccata preferenza per gli studi matematici e il disegno e, dopo aver frequentato la Realschule di Rovereto (allora, come il resto del Trentino, parte dell’Impero asburgico), si iscrive al Politecnico di Monaco di Baviera, dove si laurea nel 1907 in Ingegneria civile. Decide allora di dedicarsi, come progettista e costruttore, al nascente campo dell’aeronautica e, già fornito di una solida cultura tecnica, si iscrive nel 1908 a Liegi a un corso di specializzazione, diplomandosi in Ingegneria elettrotecnica. Risalgono a questo periodo i suoi primi studi e progetti, nonché una serie di osservazioni su aeroplani in costruzione a Parigi.

 

La prima officina, il primo volo
Ritornato ad Arco, si impegna nell’allestimento di una piccola officina per costruire il suo prototipo; nel 1910 si trasferisce con il fratello Federico in territorio italiano, dove ottiene dal comando del corpo d’armata di Milano l’uso della cascina La Malpensa, nel comune di Somma Lombardo. Qui costituisce la Società d’aviazione fratelli Caproni. La motivazione tecnica del trasferimento (la necessità di zone pianeggianti per le prove di volo) si unisce per Caproni alla scelta politica di gestire la propria attività scientifica e imprenditoriale in Italia, in quanto sostenitore dell’irredentismo.
Alla Malpensa Caproni termina il prototipo Ca.1 e compie il primo volo il 27 maggio 1910. Quando la Direzione del Genio militare alla fine dell’anno ritira la concessione del terreno per impiantarvi una scuola militare d’aviazione, Caproni si trasferisce nel vicino comune di Vizzola Ticino. Qui, per incrementare le entrate, apre una scuola di volo, poi chiusa nel 1913, dopo aver assegnato il brevetto a 62 piloti, tra cui molti stranieri.
Con l’allargamento dell’attività dell’azienda, le spese che Caproni deve sopportare per disporre di operai specializzati e di piloti qualificati diventano insostenibili. I record e i raid effettuati nel 1912-13 con diversi modelli di aerei Caproni non appaiono sufficienti a creare un mercato capace di dare autonomia economica all’impresa.