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Servizio Archivistico Nazionale

Archivi d'impresa

ESTERLE, Carlo

Senatore e irredentista
Nel dicembre 1913 viene nominato Senatore; il suo impegno politico diretto però, si svolge fuori dalle aule parlamentari e si concentra nel sostegno all’irredentismo trentino e, successivamente, agli ambienti nazionalisti e interventisti.
Il suo appoggio al nazionalismo inizia nel 1913, quando sottoscrive il progetto di una cordata di industriali – fra gli altri, Max Bondi, Dante Ferraris della Lega industriale di Torino ed Ernesto Breda –, a favore della trasformazione dell’«Idea nazionale» da settimanale a quotidiano. Nell’ottobre 1914, con Emilio Bruzzone (Unione zuccheri), Giovanni Agnelli (Fiat), Pio Perrone (Ansaldo) e Leopoldo Parodi (armamenti), è tra i primi finanziatori del quotidiano «Il Popolo d’Italia»; l’appoggio al quotidiano mussoliniano continuerà anche negli anni seguenti. Ancora alla vigilia di Caporetto, Esterle partecipa alle riunioni del Comitato interventista milanese con Benito Mussolini, Giovanni Battista Pirelli, e Luigi Albertini.
Nel maggio 1915, spinto, oltreché dalla solidarietà verso un conterraneo, dalle prospettive di commesse statali per forniture belliche in un settore del tutto nuovo, Esterle decide di patrocinare anche finanziariamente l’iniziativa della Società per lo sviluppo dell’aviazione in Italia – la futura Caproni –, di cui diventerà presidente.
Durante la guerra, Esterle ricopre inoltre un’importante carica pubblica: con L. Pontiggia (direttore generale dell’Associazione fra industriali d’Italia per la prevenzione degli infortuni) è uno dei due membri civili del Comitato regionale di mobilitazione industriale della Lombardia.
Il notevole incremento dei profitti registrato nel periodo bellico in tutti i comparti dell’industria italiana, che nel settore elettrico porta alla sostituzione di capitali nazionali al capitale tedesco, fornisce alla Società Edison nuovi, consistenti mezzi.
Inizia allora quel processo di concentrazione fra le imprese elettriche italiane, determinato dalla crescita della domanda, dal progresso tecnologico e dalle opportunità offerte dalle economie di scala, che nell’arco di pochi anni arriva alla formazione di ampi sistemi elettrici regionali: questo assetto resterà nel settore fino alla nazionalizzazione del 1962.
In questa nuova fase, Esterle è tra i primi a cogliere le opportunità di uno sviluppo oligopolistico e dall’inizio della guerra è tra i fautori del blocco alla costruzione di nuove centrali idroelettriche.
Nel luglio 1918 Esterle viene infine nominato membro della sezione XV (Utilizzazione delle forze idriche ed elettriche) della Commissione per il dopoguerra; ma la morte, avvenuta a Milano nel settembre del 1918, gli impedisce di partecipare alla seduta inaugurale dei lavori.

 

Risorse archivistiche e bibliografiche
In assenza di carte personali e di scritti e memorie per uno studio su E. si deve ricorrere alla documentazione sparsa in numerosi archivi pubblici e privati (i nuclei più importanti si trovano presso l’Archivio della Società Edison (Ase) a Milano e nell’Archivio storico della Banca commerciale italiana). Sulla Edison negli anni di E. si veda C. Pavese, La prima grande impresa elettrica: la Edison, in Storia dell'industria elettrica in Italia, 1: Le origini, 1882-1914, a cura di G. Mori, Roma-Bari, Laterza, 1992, pp. 449-521, con ampi riferimenti alla bibliografia precedente.