Immagine pubblicitaria del modello Fiat 600, anni '50 (Archivio e centro storico Fiat, Fondo iconografico).
Al termine del conflitto la situazione aziendale si presentava quanto mai difficile, per la mancanza di rifornimenti e di mercati di sbocco, per la disorganizzazione produttiva e il forte esubero di personale. Le tensioni politiche del dopoguerra, mentre si profilava la guerra fredda, furono acuite dalla forte disoccupazione e dall’inflazione galoppante. Nella primavera del 1946, dopo dieci mesi di gestione commissariale, con il ritorno di Valletta alla guida dell’azienda si avviò un lento cammino verso la normalità. Alla Fiat la ricostruzione delle officine fu completata alla fine del 1947 e l’anno successivo la produzione tornò ai livelli prebellici, ma la guerra aveva interrotto per quasi dieci anni il processo di sviluppo.
Nel dicembre 1945 era morto Giovanni Agnelli, che dieci anni prima aveva perso il figlio Edoardo in un incidente aereo.
Vittorio Valletta, che nel 1939 aveva affiancato Agnelli nella carica di amministratore delegato, fu nominato presidente e amministratore delegato unico; dal 1955 gli subentrò nella carica di amministratore delegato Gaudenzio Bono. Valletta fu uno dei pochi imprenditori e manager italiani che sin dall’immediato dopoguerra si dichiararono convinti che fosse possibile per l’Italia percorrere la strada di uno sviluppo economico accelerato basato sull’ampliamento dei mercati. Puntò così sull’ammodernamento tecnologico e l’innovazione della gamma dei prodotti. Grazie agli aiuti del Piano Marshall la Fiat si dotò di macchinari e impianti al passo con i migliori standard americani e fu pronta a inserirsi nell’espansione internazionale favorita dall’integrazione economica dei paesi occidentali.
La produzione di massa di vetture utilitarie per il mercato interno ed europeo compì il balzo decisivo con il lancio della Seicento nel 1955 e della nuova Cinquecento due anni più tardi: compresi i modelli prodotti su licenza, delle due utilitarie sarebbero stati fabbricati complessivamente 8 milioni di esemplari.